Suma: “Milan, quanti temi e clausole fantasma”

Berlusconi
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MILAN BERLUSCONI- Nel suo editoriale per Tuttomercatoweb.com, Mauro Suma ha parlato anche di Milan: Le rivelazioni di Paolo Maldini sui due incontri con Barbara Berlusconi, non hanno minimamente alterato il clima di collaborazione e dialogo fra i due vicepresidenti rossoneri. La nuova intervista del Capitano sui media francesi è stata recepita e commentata senza fibrillazioni. Paolo ha lasciato il calcio il 31 Maggio 2009, oggi è il 29 Marzo 2014, sono cinque gli anni in cui non è operativo nel calcio e la sua agitazione è perfettamente comprensibile. Paolo fra l’altro è tornato ad esprimersi su Pirlo, calciatore per la cui serietà ha sempre avuto una predilezione. Quando Andrea in piena Calciopoli, nell’estate 2006, era sul punto di trasferirsi al Real Madrid anche Paolo si mosse per farlo recedere. Quindi è perfettamente coerente. C’è un conto però che fatica a tornare. Il Milan e soprattutto Galliani mediaticamente e beffardamente vengono spesso presi in mezzo per Carlitos Tevez alla Juventus, la stessa squadra di Pirlo. Perché Paolo non affronta questo tema nella sua tuttologica campagna mediatica? Sia ben chiaro: il presidente Berlusconi, che ha messo faccia e firma come sempre sul comunicato del 15 Gennaio 2012 in cui dichiarava di rinunciare allo scambio Pato-Tevez per motivi tecnici ed economici, aveva perfettamente ragione. Se Pato fosse diventato quello che prometteva di diventare e che aveva i mezzi per diventare, sarebbe oggi più forte di Tevez. Ma questa è la nostra opinione. Che non conta nulla rispetto a quella di Paolo, che i tifosi a questo punto attendono. A proposito di Milan. I signori Taarabt e Honda, verificato ufficialmente, possono giocare 1, 10 o 100 partite e non cambia nulla contrattualmente. Sui contratti dei due atleti, non c’è nessun tetto di partite. Non ci sono benefici contrattuali o obblighi contrattuali legati al numero di partite giocate. Da giornalisti, lo abbiamo verificato alla fonte e carta canta. Anzi, alle fonti. Honda e Taarabt giocano a pallone quando il loro allenatore, legittimamente, decide che debbano giocare a pallone. In piena serenità e libertà di scelta. Lo scriviamo perché fra tifosi e fra avventori dei social e dei bar dello sport con quelle sane mitomanie che sono il bello del calcio parlato, si erano fatte strada suggestioni folcloristiche che nessun legale ha mai scritto sui contratti e che nessun dirigente ha mai sottoscritto”.

La Redazione di Milanlive.it

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