Giacomo ha 5 anni, la maglietta numero 22 di due taglie più grandi e non smette un attimo di cantare. «Siam venuti fin qua, per vedere segnare Kakà». Suo padre Marco lo guarda con tenerezza, il piccolo tifoso non era ancora nato quando 11 anni fa lui vide Ricky segnare per la prima volta. E si innamorò subito di lui. Era una serata simile a questa, ma molto molto più sentita, perché si giocava il derby. Kakà a un certo punto si piazzò nell’area piccola, come avesse un presentimento: cross di Gattuso (non capita tutti i giorni…) e gol di testa del brasiliano. Lì cominciò una lunga storia di successi e trofei, un amore indissolubile con i tifosi, che ha resistito anche al tradimento col Real. La 300a di Kakà con la maglia del Milan non poteva non essere a San Siro e non poteva non diventare una notte speciale, indimenticabile.
Doppietta Come quell’ottobre 2003, Kakà ha aspettato il cross di Honda nell’area piccola, ha stoppato col petto e ha segnato di destro. E’ stato il 2-0, quello della sicurezza, ma non è finita lì. Poi è arrivata anche la doppietta sotto la Sud. L’abbraccio della squadra, le braccia rivolte verso il cielo, la solita esultanza dedicata a chi lo guarda e lo protegge da lassù. Quando i compagni lo hanno liberato, Ricky aveva gli occhi lucidi. Ha faticato a contenere l’emozione. Ha sempre saputo che il Milan era casa sua, ma non si aspettava un ritorno così. Dicevano che non sarebbe mai tornato quello di una volta. Magari lo stesso no, però Ricky ha saputo reinventarsi. Adesso sono 104 i gol nel Milan.
Un altro addio? Eppure tutto questo potrebbe finire ancora. A maggio, quando l’addio alla Champions sarà certificato, Kakà potrebbe lasciare di nuovo casa sua per tentare un’altra avventura, magari in Florida (Usa). Il suo contratto lo consente. «C’è una cosa molto semplice – ha spiegato Galliani – Kakà ha firmato fino al 2015, ma in caso di mancata qualificazione alla Champions, ha la possibilità, solo lui e non il Milan, di andarsene. Ne parleremo, ma io confido e spero che rimanga». Proprio dalla Florida, è arrivato ieri un messaggio eloquente di Phil Rawlins, proprietario dell’Orlando City: «Kakà? Lo aspettiamo, noi saremo pronti quando lui lo sarà…». Per i tifosi un altro addio sarebbe un nuovo duro colpo. Kakà è uomo di sentimenti, su queste cose rifletterà. «Serata speciale, 300 nel Milan è molto più di quello che mi aspettavo, sono contentissimo, la storia continua – ha detto ieri – La crisi?Lo spogliatoio non è mai stato diviso e ora in campo si vede. Un pari e due vittorie sono una bella spinta. Seedorf sta cercando cose nuove, mi ha chiesto di allargarmi e io lo faccio. I Mondiali? Io ci credo e spero di trovare spazio nel Brasile. Se andrò via a fine stagione? Ogni volta che sono qua si parla di un mio addio. Io spero di rimanere, al futuro penserò… in futuro», ha detto. Seedorf gli ha regalato anche la standing ovation al momento del cambio. Anche questo lo aiuterà a decidere.
Fonte: Gasport