Ruud Gullit è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport per parlare della situazione del Milan, club nel quale ha militato tra il 1987 ed il 1994.
Dispiaciuto di vedere il Milan così in basso?
«Non mi meraviglio. Hanno iniziato a vendere i giocatori importanti 5 anni fa. L’obiettivo era tenere i bilanci in ordine, una strada che da un certo punto di vista condivido, ma così non si può avere una squadra vincente».
Seedorf, dopo 2 mesi, è a rischio.
«In Italia è sempre così. Se non vinci, sei subito da rottamare».
Ma è stato giusto scegliere un allenatore con poca esperienza?
«Seedorf non ha potuto cambiare, a partire dai giocatori. Per valutare con onestà il suo impatto servirebbe un anno. È sbagliato pensare di risolvere tutto sostituendolo».
Le critiche per l’utilizzo di giocatori in certi ruoli e la testardaggine tattica?
«Se perdi è normale. Ai miei tempi, quello che succedeva nel Milan restava dentro la squadra, questa era la nostra forza. Se vogliono vincere, i giocatori lascino i problemi nello spogliatoio».
Galliani deve restare o andarsene?
«Per me, lui non si tocca. È mitico. Ha dato la vita per il Milan e la sua esperienza è importante. Lo considero unico e insostituibile».
Balotelli è il giocatore per il futuro?
«Non lo so. Balotelli può fare cose molto buone o cattive. Tutto dipende da lui. E’ tutto nelle sue stesse mani».
La presenza di Berlusconi dovrebbe essere maggiore?
«Il presidente non può esserci sempre. È stato il più vincente, conquistando risultati incredibili, ma è evidente che i soldi non sono quelli di allora. Tanti club italiani non hanno più soldi, tanti vanno a giocare altrove».
Qual è la ragione?
«Per esempio gli stadi vecchi. La gente non vuole pagare per posti del genere. Prendiamo la Juve: al Delle Alpi aveva 20 mila spettatori e oggi fa il tutto esaurito. Se volete tornare competitivi dovete partire da lì».