Clarence Seedorf torna nell’ovile e per il momento salva il posto. In un’ora abbondante di faccia a faccia Adriano Galliani ieri pomeriggio ha confessato la pecorella smarrita, l’allenatore che in questi due mesi ha fatto tutto di testa sua: in campo e fuori. Il risultato evidente è che l’a.d. rossonero gli farà da tutor nel ritiro previsto per la doppia trasferta con Lazio e Fiorentina. Guarda caso sono le due partite individuate dal presidente Silvio Berlusconi come esame estremo per il neo-tecnico olandese che nelle 12 gare della sua gestione ha accumulato sette sconfitte, condite dalle eliminazioni in Champions League e Coppa Italia.
Il summit La convocazione in sede è il seguito naturale delle fibrillazioni dell’ultima settimana. Ieri Galliani ha espresso al tecnico tutte le obiezioni sviscerate nel vertice di martedì sera ad Arcore con il presidente e lo ha informato dei rischi a cui va incontro: l’esonero in assenza di risultati. Ma soprattutto il manager brianzolo gli ha imputato tutti gli atteggiamenti anarchici che hanno indispettito non poco la proprietà. Il colloquio di ieri è servito a mettere in chiaro cosa la società si aspetta da lui. Sia in termini di conduzione tecnica del gruppo che di gestione dell’immagine di tutto il brand rossonero, evidentemente danneggiato dalle sue esternazioni con gli ultrà: «Cambierò tre quarti della rosa».
Auspicio Prendendo in positivo questo messaggio è chiaro che il Milan s’aspetta un’immediata e sostanziale inversione di tendenza per rinnovargli la fiducia. E il calcio è chiaramente legato ai risultati. In casa-Milan le speranze di agganciare il treno per l’Europa League sono minime, ma un eventuale colpo di coda rialzerebbe di colpo le quotazioni dell’ex stella rossonera. Ciò spiega perché il vertice di ieri non ha prodotto risultati traumatici, ma la situazione resta più che problematica. Anche perché sinora Seedorf ha interpretato il suo ruolo con una filosofia lontana anni luce dalle aspettative del Gotha rossonero.
Reazione Tanto per cominciare l’olandese come prenderà il commissariamento? Di fatto lui sinora ha fatto conto sulla benevolenza del proprietario, ritenendo di poter disegnare il futuro della squadra senza filtri. Invece ieri ha toccato con mano che d’ora in avanti il suo unico interlocutore sarà esclusivamente Adriano Galliani con cui sinora aveva avuto rapporti solo formali e con contatti assolutamente sporadici. Invece ieri è stata sancita una normalizzazione che è in linea con la filosofia di un club da sempre abituato a confrontarsi con allenatori disponibili a gestire le esigenze aziendali. Per questo l’autocrazia seedorfiana ha messo in subbuglio l’ambiente: a tutti i livelli. Quella di ieri va considerata una ciambella di salvataggio lanciata in extremis. Ma con quante speranze? Ovviamente da via Aldo Rossi arrivano segnali buonisti, improntati all’ottimismo. Tuttavia le incognite restano. E sono tante.
Precauzione Di sicuro Mauro Tassotti resta in pre-allarme. Lo storico vice rossonero sinora con Seedorf è stato coinvolto il minimo indispensabile e con il gruppo ha conservato un ottimo rapporto. Così la troika (Silvio e Barbara Berlusconi e Adriano Galliani) lo ha già designato per il ruolo di traghettatore. Poi, si vedrà. Di sicuro per luglio è solida la candidatura di Pippo Inzaghi. Ma prima il Milan deve mettere nel conto il costo della sempre più probabile separazione dall’attuale allenatore. In ballo ci sono 16 milioni di euro più l’onere dei collaboratori. Però sotto traccia c’è il tema di una complicata transazione. Un pool di noti giuslavoristi sta lavorando su un possibile procedimento per giusta causa, ma questo è un argomento in divenire. Per ora allacciate le cinture…
Fonte: Gazzetta dello Sport