Intercettato dai microfoni del sito internet Milannews.it il giornalista de La Repubblica Enrico Currò, ha analizzato attentamente il momento difficile del Milan.
Enrico Currò, per risalire a una stagione tanto negativa del Milan dobbiamo risalire al biennio 1996-98 con un undicesimo e un decimo posto: “Parliamo della fine degli anni ’90, ossia a metà del ciclo Berlusconi. Qui ci troviamo abbondantemente nella seconda metà dell’era ed è una situazione diversa perché l’entusiasmo e le energie che c’erano allora da parte di Berlusconi e Galliani non ci possono più essere, anche per una ragione meramente anagrafica”.
Le parole di Berlusconi denotano una netta presa di posizione, condannando l’operato di Galliani: “La lettura che si può dare alle parole di Berlusconi è quella, ma non dimentichiamoci che nel colloquio di qualche mese fa quando sembrava scontato l’addio di Galliani ne scaturì una tregua e una suddivisione dei poteri con Barbara Berlusconi. Diciamo quindi che in quest’ultima uscita c’è apparentemente una sconfessione di Galliani”.
Come valuti l’operato di Clarence Seedorf? “Presto per valutarlo, anche perché il suo lavoro è impostato per il prossimo anno. L’entrare con qualche mese d’anticipo è una possibilità per entrare nel meccanismo di un mestiere mai fatto. Il problema è che la squadra di fatto sta andando male e non ci si può svincolare dai risultati. Per quanto possa essere potenzialmente un grande allenatore lo score di 7 sconfitte in 12 partite oggettivamente non può essere buono”.
Veniamo alla squadra e ai limiti finora mostrati: “La squadra conferma a ogni partita lacune tecniche che magari scivolerebbero se la squadra in questione non si chiamasse Milan. Il problema è che noi abbiamo sempre in mente il grande Milan ed è inevitabile il paragone. Ma questa è una squadra normale con giocatori normali come Balotelli, che doveva fare la differenza ma nella gestione della pressione non sembra esserne in grado. Se noi vediamo le stagioni precedenti di Balotelli notiamo che per motivi vari non giocava mai una stagione intera. Al Milan è titolare e con le responsabilità del caso, ma non rende come ci si aspettava. Se guardiamo la squadra nel complesso vediamo che ce ne sono di superiori. Diciamo che a occhio la rosa non è da 10° posto, ma nemmeno da 3° o 4°”.
Da cosa si può ripartire? “Dai giovani come Poli, De Sciglio ed El Shaarawy. Poli ad esempio ha superato l’esame di maturità, De Sciglio ha dimostrato di poter arrivare a una caratura internazionale ed El Shaarawy se recupera dagli infortuni è potenzialmente molto forte. E poi il settore giovanile col successo di Viareggio ha dimostrato che ci sono giovani di valore e che il travaso dalla Primavera alla Prima squadra è un po’ meno sporadico”.
Redazione Milanlive.it