Il «je accuse» arriva dilatato nell’arco di tutta la conferenza stampa e diluito in mezzo a tanti altri concetti, ma non per questo è meno chiaro e riconoscibile. Clarence Seedorf non si preoccupa del futuro rossonero, perché comunque vada è convinto che ne farà parte, è ottimista per quanto riguarda il presente (nonostante le quattro sconfitte nelle ultime cinque partite) ma non può fare a meno di ritornare al passato recente, perché è lì, secondo lui, che va cercato il peccato originale. «Quando sono arrivato ho trovato una squadra al limite, fisicamente e mentalmente. Se i risultati sono questi, io non sono responsabile della situazione che si è creata, sono stato chiamato per migliorarla. Ho un contratto lungo e la fiducia della società. Sono sicuro che il club assieme a me farà di tutto per costruire un Milan competitivo. Io non uso il bastone, altri l’hanno fatto prima di me. Qui non c’è un colpevole, tutti, Balotelli incluso, devono andare in campo per aiutare la squadra».
Non sono in discussione L’unico colpevole, in realtà, sembra essere Massimiliano Allegri, che non viene mai nominato ma a quanto pare è il destinatario delle lamentele del nuovo allenatore rossonero. Il concetto è chiaro: troppo pochi due mesi per mettere lui, Seedorf, in discussione, troppi i problemi che il prescelto da Berlusconi ha trovato a Milanello e sta cercando piano piano di risolvere. «Ci vuole tempo», è uno dei suoi mantra, «non so dire quanto ma di sicuro sarà un lavoro lungo. Ma vi sembra logico che un allenatore chiamato a metà stagione venga mandato via?». In realtà una volta è successo anche al Milan, stagione 1996-97, Arrigo Sacchi subentrò a Tabarez dopo 11 giornate, chiuse con un 11° posto in classifica e non venne confermato. «Ma era una situazione diversa. Io sono venuto qui per chiudere la stagione ma principalmente per pensare al futuro». Seedorf si sente forte della fiducia del suo protettore («Non ho sentito il presidente, ma ci dà sempre morale per superare le difficoltà. Berlusconi ha grandissima voglia di tornare a essere competitivo») e non teme nemmeno la contestazione dei tifosi: «Dobbiamo rispettare i loro sentimenti, non sono preoccupato, sono sicuro che faranno quello che serve per aiutarci, altrimenti sarebbe controproducente».
Obiettivo Europa League Però prima del futuro bisogna pensare al presente, perché la società dopo la batosta di Madrid ha fissato esplicitamente l’obiettivo, l’Europa League, ma per raggiungerlo bisogna recuperare gli otto punti di svantaggio. A cominciare da oggi contro il Parma, squadra che occupa al momento il sesto posto ambito dai rossoneri. Seedorf è convinto di poter raggiungere l’Europa meno importante anche nonostante il momento delicato, e senza abbandonare alla sua strategia del sorriso. «Daremo il massimo per cercare di raggiungere in nostro traguardo. Io ci credo, il gruppo ha valore, ci vuole coraggio per superare una situazione difficile. Manca l’autostima perché la squadra vive da troppo tempo una situazione delicata. Io ho una mia filosofia di lavoro, sono così, a qualcuno piace, ad altri no. Qualcuno inventa. Continuerò a utilizzare solo la carota e a fare scelte solo a livello tecnico, non personale».
Balo, fiducia e carota Nell’immediato, la sua certezza si chiama Mario Balotelli, il primo nella lista dei cattivi stilata dalla Curva Sud: Seedorf schiererà lui e non Pazzini dal primo minuto, nonostante l’affaticamento muscolare che l’ha costretto a lavorare a parte giovedì. La filosofia di Clarence prevede solo la carota, anche per i caratteri più difficili. La speranza è che non vada di traverso all’attaccante rossonero.
Fonte: Gazzetta dello Sport