L’unica notizia positiva in casa Milan, di questi tempi, sembra essere il progetto stadio. E’ di ieri la notizia dell’ interesse scritto ufficiale, da parte della società rossonera, per l’area post Expo 2015. A tal proposito il portale MilanNews.it ha parlato con Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore.
Cosa può portare lo stadio di proprietà? “Sicuramente è indispensabile e non solo per il Milan, bensì per tutte le società italiane. Qualche giorno fa ho pubblicato un post su Calcio Business dove si evidenziava l’abisso dei ricavi tra le big europee e le nostre. Per fare un esempio il Manchester United riesce ad avere dei ricavi pari a 130 milioni, il Real Madrid e il Barcellona 120, mentre Milan e Inter sono intorno ai 30 e la Juventus 40. Questi dati sono indicativi per far capire come uno stadio di proprietà possa essere un importante moltiplicatore di ricavi. C’è una norma attiva che è la legge di stabilità che dovrebbe agevolare i progetti e siamo arrivati al momento di una rivoluzione in Italia”.
Quanto tempo ci vorrà per la realizzazione dello stadio? “C’è un business planning nell’area dell’Expo e non sarebbe disponibile per i lavori prima del 2015. Questo significa che nella migliore delle ipotesi lo stadio sarebbe pronto per il 2018/19”.
Vale la pena aspettare tutto questo tempo? “Proprio perché le premesse sono queste non escluderei che il progetto in quell’area sia la soluzione che sceglierà il Milan. Non scarterei quindi l’idea San Siro”.
Una soluzione che porterebbe a risparmiare molti milioni “I nuovi progetti vedono stadi da almeno 60mila posti e un investimento da 300 milioni. La soluzione San Siro sarebbe più economica e poi è più integrata nel tessuto cittadino. Ricordiamoci che arriverà la metropolitana fino allo stadio e Milan e Inter hanno investito e stanno investendo. Si potrebbe poi trovare una soluzione tipo Udinese, ossia la concessione per 90 anni dello stadio, costi che riesci ad ammortizzare e un impianto subito pronto”.
Uno stadio nuovo implica un enorme sforzo economico: inevitabile pensare a sacrifici nella costruzione della squadra “In questo senso va fatta una comunicazione chiara ai tifosi: si dice che per qualche anno si punterà sui giovani e sul patrimonio del club. L’importante è essere chiari, solo così si avrà la comprensione dei tifosi. Perché sono i messaggi ambigui che creano disaffezione. C’è a oggi un gap con le altre europee che va affrontato e colmato con progetti seri, sacrifici e con una ricostruzione graduale. Non si può immaginare da un momento all’altro di competere con chi ha fatturati doppi”.
Il Fair Play Finanziario incentiva anche l’investimento nell’impianto di proprietà “Esatto, perché come i costi per i vivai sono scomputabili”.
Chiudiamo con una riflessione: la Juventus ha un ricavo di 40 milioni nonostante lo stadio di proprietà “Il passo in avanti della Juve è stato importante, perché si è quadruplicato. La soglia attuale però è difficilmente superabile e servirebbero altri investimenti come quelli che si stanno facendo sull’area della Continassa. Il fatto che la distanza sia ancora notevole con le altre è dovuta a una serie di fattori, come una capienza dello stadio di soli 41mila posti a fronte degli 80mila di Barcellona o Madrid, ad esempio, più altre fonti di introito avviate già da tempo come quelle della ristorazione o del museo”.
Redazione Milanlive.it