Seedorf, il paradosso del gol: Milan avanti tutta, ma con Allegri ha segnato il doppio

Allegri Seedorf
Allegri Seedorf

Ai numeri preferisce la filosofia. E ai sistemi di gioco l’atteggiamento. Guardare la classifica o parlare di moduli è ritenuto un esercizio improprio, o comunque riduttivo. Solo che, dopo la disfatta di Madrid, i capisaldi del Seedorf-pensiero sono andati a cozzare violentemente contro il richiamo all’ordine di Galliani: «L’obiettivo è l’Europa League, e la prima missione è prendere tre punti al Parma, che è una diretta concorrente». Una sintesi estremamente efficace: la classifica bisogna guardarla eccome. Da subito. E pazienza se «è un peso, un freno e non serve a nulla osservarla», come raccontava pochi giorni fa Clarence. Chissà invece non sia utile per prendere davvero coscienza di tutti gli errori che stanno trattenendo il Milan al decimo posto.

Cammino Insomma, si tratta di numeri. Magari calcoli, per capire come riuscire a ritrovarsi quinti o sesti fra 11 partite. Le cifre, fino a qualche settimana fa, sembravano sorridere all’olandese. Dopo la vittoria sulla Samp, Galliani raccontava: «Con 13 punti nelle ultime sei partite abbiamo ripreso il nostro cammino abituale». Il problema è che i punti sono ancora quelli, e le partite con Seedorf sono diventate otto. Così quella strada ben delineata è diventata un viottolo sterrato. Tanto da poter essere messa a confronto con le terribili prime otto partite di Allegri. Seedorf infatti ha rilevato la panchina a partire dalla prima di ritorno, e quindi i due periodi si possono facilmente comparare.

Parziale Allegri conquistò 11 punti, un parziale considerato assolutamente fallimentare dalla dirigenza, per di più aggravato dalla recidività. Seedorf ne ha messi insieme 13. Balla una vittoria in più e un pareggio in meno, mentre le sconfitte sono tre per entrambi. Insomma, chi si attendeva bacchetta magica e doti da sciamano, c’è rimasto male. Il tutto aggravato dalla dolorosa eliminazione in Coppa Italia e dal terribile addio alla Champions. Continuando a spulciare fra le cifre, è invece positivo il saldo di Seedorf relativo alle reti subite: 8 contro le 13 di Allegri. E’ cosa nota che dalla tenuta difensiva dipenda gran parte dei benefici in classifica, ma è un concetto che deve essere supportato – almeno un minimo – dai gol fatti. Altrimenti resta una qualità inespressa. Ecco il grande problema del Milan attuale, e la grande differenza fra Clarence e Max. Col tecnico livornese, in quelle otto gare, i rossoneri segnarono 14 reti, mentre con l’olandese si è fermi a 8. Ovvero un gol a partita, di fronte ai quasi due della precedente gestione.

Fatica E’ qui che sta il paradosso, dal momento che il sistema di gioco di Seedorf è marcatamente più offensivo rispetto all’epoca di Allegri. Max giocava col tridente e tre mediani di sostanza, oppure con due punte e un trequartista chiamato al raccordo, più gli inserimenti occasionali dal centrocampo. Clarence porta di base quattro uomini in fase offensiva, più uno dei mediani e uno dei terzini. Infatti ha spiegato che l’obiettivo è arrivare ad attaccare con 5-6 uomini. Ma se non si segna, diventa un problema grosso. E allora, per concludere con le statistiche, diventa inutile aver alzato il baricentro medio da 52,7 metri a 53,2, così come avere una media tiri a partita di 13,6 contro 12,3 e una percentuale di passaggi riusciti sulla trequarti del 76,6% contro il 69,2. Conta buttarla dentro, e rispetto ad allora si continua a fare una gran fatica.
Fonte: Gasport

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