Milan, contro l’Atletico in palio la Champions e 8 milioni

Seedorf Kakà
Seedorf Kakà

I vincenti hanno un piano, i perdenti hanno soltanto scuse. E Clarence Seedorf per il momento sta nel mezzo, perché certi piani non si possono concretizzare in fretta e invece alcune giustificazioni sono state avanzate, anche se in maniera blanda. Per entrare decisamente in una o nell’altra categoria c’è la partita di Madrid, che vale circa otto milioni per il fatturato del Milan.

Precedenti Un successo sul campo dell’Atletico darebbe un po’ di ossigeno alle casse del club compensando in parte le perdite di una stagione, la prossima, senza Champions League e assai probabilmente senza nessun tipo di Europa. Una circostanza che non pare preoccupare molto l’ex giocatore primatista di Champions: abituato ai grandi palcoscenici, come d’altra parte tutto il Milan, e confortato dalle opinioni dell’amministratore delegato Galliani, Seedorf sembra considerare l’Europa League obiettivo trascurabile o quantomeno non primario. Fuori dall’Europa nel 1996-97 e nella stagione successiva, il Milan risollevò le finanze cedendo al Barça Patrick Kluivert, preso a parametro zero dall’Ajax con la fama di nuovo Van Basten. Nel 1999 vinse un insperato scudetto con Zaccheroni in panchina, utilizzando anche il mitologico vantaggio dell’assenza di coppe.

Bonus malus Forse l’attuale dirigenza pensa di poter ripetere il cammino dopo una stagione storta. Un anno tutto italiano ridurrebbe alcuni introiti da sponsorizzazioni, e d’altra parte il grosso del danno sta nell’uscita dalla Champions più che da una Europa League in teoria ancora raggiungibile (il sesto posto è a 8 punti). Il passaggio ai quarti di di finale di questa Champions però permetterebbe di pareggiare in qualche modo eventuali mancati guadagni da Europa League, e soprattutto luciderebbe un po’ l’appeal di una squadra che nelle ultime edizioni della Champions League ha patito molto la sindrome spagnola o per meglio dire catalana: eliminato due volte su tre dal Barcellona, Allegri era convinto di potersela giocare contro i madrileni dell’Atletico. Non è arrivato al traguardo, ma il suo successore Seedorf è ugualmente fiducioso.

Erbacce La partita di andata aveva generato fuochi d’artificio e grande ottimismo, la trasferta a Udine ha seminato qualche dubbio che Seedorf si è affrettato a estirpare dal suo giardinetto. Ieri gli allenamenti sono andati avanti serenamente, perché il tecnico non molla le sue idee: guai a far rivedere gli errori, guai a rimuginare, la migliore delle strategie è portare dentro il bollente Calderon una squadra che crede in se stessa e ha la mente libera. Basterà? Gli stanchi si sono riposati, gli acciaccati sono guariti. Il Milan parte per Madrid con l’idea di una rimonta possibile, cercando di non pensare che questa potrebbe essere l’ultima partita in terra straniera per parecchio tempo. Amichevoli a parte, ovvio.

Incognite Il Milan è sempre il Milan, il marchio vale, il brand regge. Eppure, immaginarsi Kakà e Balotelli fuori dall’Europa non è semplice, come non è semplice immaginare confinati in Italia Montolivo e De Sciglio annunciati fra i protagonisti in maglia azzurra al Mondiale brasiliano. Un quarto di finale renderebbe sopportabile anche alla voce ingaggi un anno di vuoto continentale? È un altro punto da verificare. Nel frattempo resta Madrid, resta lo stadio nel quale Seedorf ha segnato una volta un gol fantastico. E i gol passati aiutano nelle notti di cattivi pensieri, anche se poi non producono fatturato.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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