Ultima spiaggia senza mare, ma con la sabbia arricchita di cose positive che Clarence Seedorf cerca di estrarre un po’ alla volta, pepite che magari vede soltanto lui e non per questo gli sembrano meno lucenti. Nonostante la prestazione di Udine, l’allenatore del Milan fa il check in per Madrid con un trolley pieno di ottimismo. «Contro l’Atletico si può passare il turno. Ho chiesto alla squadra di pensare subito alla Champions League e di girare pagina perché altrimenti perdiamo certezze. Contro l’Udinese il gioco non è stato all’altezza delle ultime gare, ma mi sono piaciuti l’impegno e la voglia di aiutarsi dei miei giocatori, e ho visto anche molto equilibrio. Se temo l’ondata di pessimismo? No. Dicevo le stesse cose prima della partita di andata». E le diceva anche dopo Samp-Milan, quando il turnover era stato ancora più deciso. Eppure, fa notare Seedorf, la squadra aveva vinto, questa volta invece torna a casa a mani vuote. E Madrid è l’ultima spiaggia, non per il tecnico, ma per un Milan fuori da tutti i giochi in questa stagione. Tenere alta la bandiera dell’ottimismo non sarà semplice neppure per il filosofo.
Scelte obbligate Del turnover, in ogni caso, Seedorf non si pente: è stato generato soprattutto da questioni fisiche, perché qualcuno (Rami) non stava bene e qualcun altro (Kakà) aveva bisogno di ricaricarsi. «Le scelte che ho fatto per questa partita sono state influenzate più che altro dalle necessità fisiche: ad esempio, non sapevamo e non sappiamo se De Jong e Poli saranno pronti, quindi era necessario vedere all’opera anche gli altri. Avevo bisogno di avere qualche risposta da Balotelli, e quelle che ho avuto sono state positive. Dobbiamo ricordarci di quello che abbiamo fatto finora. Ci vuole tempo per far girare le cose, e noi dobbiamo continuare a seminare».
Quali obiettivi Seminare gli piace, ma resta il fatto che l’Europa League scappa e un po’ era già scappata con l’eliminazione dalla coppa Italia, patita ancora contro l’Udinese. La più mitteleuropea delle città della Serie A non è stata generosa con l’uomo di mondo Seedorf: il Milan a questo punto ha pochissime speranze di ritrovarsi con un posto nelle coppe della prossima stagione, ma si direbbe che questo non preoccupi il club, che pensa che l’Europa League non appartenga al dna del Milan. E forse il pensiero nascosto dietro questa teoria è che senza l’Europa League si ricostruisce meglio: un mantra penetrato nelle menti di tutti i grandi club italiani, ma che non sempre ha portato successi e fortuna. Resta il fatto che Seedorf e il Milan hanno deciso di giocarsi prima di tutto la partita con l’Atletico, e che a Madrid esibirà una squadra completamente diversa: dei titolari di Udine, potrebbero restare soltanto Abbiati, De Sciglio, Emanuelson, forse Muntari nel caso che De Jong non recuperi. Ci saranno probabilmente Rami e Bonera in mezzo, e dietro Balotelli, Taarabt, Kakà e probabilmente Poli. Per non farsi scappare gli ultimi granelli di sabbia dalle mani, dovranno recuperare energie e convinzioni che ieri sembravano già sott’acqua.
Fonte: Gasport