Il succo del concetto sta nelle parole di Montolivo di qualche giorno fa: «Per poter ripartire davvero abbiamo bisogno di una vittoria contro una grande. È una questione, anche, di autostima». Riccardo si riferiva alla Juve, ma il discorso resta assolutamente valido. Ora che inizia a intravedersi la luce, la prossima scrollata del Milan passa necessariamente da una bella figura con una big. E per bella figura si intende vincere, non raccogliere consensi da perdenti. Ecco perché martedì prossimo la seconda sfida all’Atletico Madrid mette in tavola il menù più ricco che c’è: vittoria di prestigio (ovvero autostima e ricadute benefiche in campionato) e passaggio del turno (ovvero reputazione internazionale e soldi freschi). In quali condizioni arriverà il Milan al Calderon? Un cantiere a cielo aperto porta per forza di cose con sé pro e contro. Abbiamo individuato i tre principali.
Pro: atteggiamento È la prima cosa su cui ha iniziato a lavorare Seedorf, che ha trovato un gruppo senza stimoli. Si spiega in tal senso la corposa parte motivazionale che occupa tutti gli allenamenti. All’aspetto mentale è stato ovviamente accostato quello tattico. E quindi: sistema di gioco molto offensivo, pressing alto e – ultimamente – circolazione di palla veloce. Tutti ingredienti che hanno migliorato l’atteggiamento di squadra.
Pro: gioco Finalmente il Milan dà l’impressione di saper cosa fare quando ha il pallone fra i piedi. Le prime esibizioni della gestione Seedorf erano state preoccupanti, ma le ultime tre partite hanno dato segnali confortanti: il doppio mediano riesce a filtrare e a impostare, senza essere più scavalcato con improponibili lanci di cinquanta metri dei difensori, e i trequartisti esterni hanno imparato a fare la doppia fase, incrociandosi e inserendosi. Il risultato è l’evidente aumento della pericolosità in area avversaria.
Pro: singoli Seedorf può contare su alcune individualità (la maggior parte delle quali non erano a disposizione di Allegri) capaci di spostare favorevolmente gli equilibri. Parliamo di Taarabt, l’arrivo più importante del mercato invernale; di Rami, prezioso anche nel tabellino marcatori; di Poli, ago della bilancia nel cuore della squadra; e di Pazzini, basilare per dare profondità e punti di riferimento alla manovra.
Contro: autonomia Un tempo ad alta intensità contro l’Atletico, un tempo da padroni, o quasi, contro la Juve. E poi? Poi la luce diventa sempre più fioca, fino a spegnersi. Il Milan dura al massimo un’ora, e contro avversari di livello regalare trenta minuti equivale a suicidarsi. L’intensità andrebbe spalmata su tutta la gara. Si è parlato molto di lacune nella preparazione atletica, ma i rossoneri sono fra le squadre che segnano di più nell’ultimo quarto d’ora (14 gol su 39 in campionato). Quindi, volendo, la benzina ci sarebbe. Basta saperla gestire.
Contro: fase difensiva Emblematico il gol di Llorente: sulla percussione di Lichtsteiner ci sono sei rossoneri in area (di cui cinque in un fazzoletto), e nessuno in marcatura sullo spagnolo. Male anche sul raddoppio di Tevez, che ha tutto il tempo di avanzare e prendere la mira.
Contro: il gol Con Seedorf in panca, nove reti fatte in nove partite. E, nelle ultime partite, una grande quantità di palle gol non andate a buon fine. Se la cattiveria sottoporta non supporta la grande mole di gioco offensivo, allora diventa inutile. E a Madrid occorrerà necessariamente segnare.
Fonte: Gazzetta dello Sport