In assenza di appigli sufficientemente confortanti nel presente, non resta che rifugiarsi nel luccichio del passato. Quando arriva la Coppa dei Campioni, a Milanello si inserisce il pilota automatico, che guida tutti su un percorso abbondantemente rodato: il dna europeo, gli storici trionfi, la missione di onorare una maglia dalla vocazione cosmopolita. Berlusconi ieri è volato in ritiro per ricordare tutto ciò a un gruppo che, a parte tre o quattro elementi, non ha più esponenti in condizione di farsene portavoce. Tra i reduci dei fasti che furono c’è anche Clarence Seedorf, un fattore particolarmente importante visto il ruolo dell’olandese. Lui è il massimo esperto di Champions non solo di Milan ma – statisticamente parlando – sulla faccia della terra, dal momento che è l’unico giocatore ad averla vinta (quattro volte) con tre club diversi. Raccontare Seedorf in Europa significa parlare di 161 partite (131 in Coppa dei Campioni) e 15 gol.
Valore aggiunto Il suo trapasso-lampo dal campo alla panchina lo mette subito di fronte all’ennesima sfida europea, anche se questa volta per lui sarà un debutto. Cambieranno diversi aspetti nell’approccio e nella preparazione alla partita, ma la grande esperienza internazionale dell’olandese sarà un valore aggiunto. Ecco perché – e qui torniamo al concetto iniziale – Seedorf si ispira al passato per spiegare che cosa si aspetta da questa doppia sfida, e che cosa magari potrebbe succedere: «Ci deve servire il 2007 da esempio (l’anno della Champions di Atene, ndr ). La squadra non stava bene e aveva qualche problema, ma quando arrivava la Coppa riusciva a tirare fuori qualcosa in più. Ecco, ora il momento è simile, e noi abbiamo l’opportunità di tirare fuori qualcosa in più».
Studio Un’esperienza vincente a cui attingere, dunque, per sfidare la parte più oscura del passato che vede il Milan eliminato 10 volte su 13 contro le spagnole negli incroci europei sui 180 minuti. Ma ci sono anche i ricorsi positivi: ad esempio, nell’era Berlusconi soltanto due tecnici su sette (pari per Zaccheroni, sconfitta per Tabarez) non hanno vinto al debutto sulla panchina rossonera in Coppa dei Campioni. Seedorf intanto non si nasconde davanti alla difficoltà della sfida: «Sappiamo che il nostro avversario è molto più avanti in tutto, e che parte favorito, ma in carriera ho visto molte partite particolari, con squadre in situazioni complicate che hanno fatto risultato. E poi noi abbiamo una storia importante, oltre a un entusiasmo di cui possiamo approfittare per rendere tutto più bello». Entusiasmo, ma anche studio dell’avversario: «Ho parlato dell’Atletico con Ancelotti, e sono anche andato a vederli di persona. In ogni caso, la qualificazione non si deciderà nella gara di andata. Mi aspetto un grandissimo San Siro».
Fonte: Gazzetta dello Sport