Neppure l’incondizionata fiducia che Silvio Berlusconi ha concesso a Clarence Seedorf lo pone al sicuro dai malumori presidenziali. Quella fiducia è come l’atombrello di Eta Beta, creato nell’ingenuo mondo disneyano per difendere l’umanità dalla bomba atomica. Eppure, gli alambicchi usati dal tecnico olandese per trovare la formula anti Napoli hanno provocato prima perplessità, poi anche irritazione nel suo presidente, che era abbastanza allegro dopo essersi rialzato indenne da una caduta provocata dalla palla giocattolo del cane Dudù.
Metodi – Il tonfo del Milan a Napoli invece è stato ben più preoccupante: nella sostanza, il risultato è l’ultimo dei problemi per Berlusconi, perché in un anno di transizione non si può criticare troppo un allenatore che perde a Napoli. Il problema è il come: al padrone del Milan certe scelte di Seedorf non sono piaciute molto, e tutte quelle palle gol arrivate in area del Milan nel primo tempo lo hanno allarmato parecchio. Berlusconi come quasi sempre capita si è sentito con il suo braccio destro Adriano Galliani e gli avrebbe espresso con franchezza i dubbi di giornata. Per il momento la lamentela si è fermata qui, proprio perché l’atombrello funziona assai bene. Una figura simile in Champions League probabilmente provocherebbe tirate di orecchie più concrete.
Spettacolo – D’altra parte si sa, il signor Silvio in Europa non ammette passi falsi: più il palcoscenico è grande, più lo spettacolo dev’essere perfetto e possibilmente pirotecnico, al di là del valore degli interpreti. Per incrinare il suo rapporto con il precedente allenatore sono state decisive le partite di Malaga (Allegri si inventò una fantasiosa difesa a tre, e senza atombrello quella volta fu pioggia acida) e soprattutto la triste uscita di scena dal Camp Nou, poco meno di un anno fa. Altre situazioni. Adesso Seedorf pretende e giustamente gli viene concesso tempo per lavorare. Ma questo non può cancellare ogni impressione negativa.
Esperimenti – Seedorf tira dritto com’è nel suo carattere, anche se molti giocatori sono più o meno segretamente scontenti del sistema di gioco scelto, poco familiare alla maggioranza, poco conveniente per portiere, difensori centrali e mediani. E anche le riunioni tecniche prepartita divise per settori devono essere digerite. Le esclusioni di sabato sera, soprattutto quella del numero dieci Honda e del capitano Montolivo, sono state presentate in modo lineare dal tecnico olandese: il primo era malato, il secondo sarà squalificato contro l’Atletico Madrid e Seedorf voleva provare la coppia mediana per l’Europa.
Idee – Ma gli esperimenti erano necessari, dieci giorni prima, su un campo difficile come quello di Napoli? E perché spostare Abate in attacco? Sono domande che Berlusconi deve essersi fatto anche se, essendo Seedorf un uomo da lui scelto, gli risulterà sempre difficile far filtrare il malcontento. Clarence sta costruendo un altro Milan con passione e nei giorni scorsi ha ricevuto l’investitura di Louis van Gaal, l’allenatore che lo ha lanciato e che meglio di ogni altro può apprezzare la sua vocazione al calcio offensivo. Van Gaal però quando è tornato sulla panchina della nazionale olandese ha messo in soffitta il 4-2-3-1 (quello sì, redditizio) del precedente c.t. Van Marwijk. Per Clarence, la tattica non è un argomento importante. Per Berlusconi, il gioco è il tema fondamentale. Sui punti di contatto si regge un’intesa che ha bisogno di essere alimentata per portare avanti il progetto. E il Milan cubista (nel senso di corrente artistica) di Napoli non è stato un buon testimonial.
Fonte: Gazzetta dello Sport