Chissà che cosa ne pensa Clarence Seedorf della nuova cresta impreziosita da disegni tribali. Chissà se il nuovo vecchio look (capelli alla mohicana e orecchini avevano caratterizzato il suo stile nei primi mesi rossoneri) porterà fortuna a Mario Balotelli, soprattutto contro una squadra che non evoca ricordi felici. Balo ha giocato contro il Napoli quattro volte in carriera (due con l’Inter, una con il Manchester City e una con il Milan) e non ha mai vinto. Ha segnato due gol, uno col City e uno con il suo club attuale (nell’ultimo confronto a San Siro), però sono sempre state reti inutili. Non solo: la parata di Reina sul tiro dal dischetto di Mario nell’ultimo incrocio con gli azzurri ha interrotto la serie strepitosa di 21 rigori consecutivi sempre a segno.
Rincorsa difficile – Mario però è uno che ama infrangere i tabù. Battere il Napoli significherebbe infilare la prima vittoria contro una grande in questa stagione, ma anche non interrompere la striscia positiva di Seedorf in campionato (due vittorie e un pareggio) e continuare la rincorsa all’Europa. Balotelli è l’uomo della rimonta, lo dimostrano i numeri della stagione scorsa. Mario iniziò la sua avventura con il Milan a febbraio, esattamente un anno fa, e con i suoi 12 gol in 13 partite trascinò i rossoneri fino a un insperato terzo posto, che consentì al club l’accesso ai preliminari di Champions League. Quest’anno la situazione è un tantino più complicata, basta guardare la classifica per rendersene conto: il terzo posto, occupato proprio dal Napoli, dista al momento 15 punti.
Quante reti nel finale – I guerrieri però sono abituati a non mollare mai. Lo spirito battagliero in fondo è nel dna di Balotelli. Lui è uno che si esalta nei secondi tempi e in particolare nelle fasi finali della battaglia: dei 25 gol segnati in rossonero (in 38 partite giocate), 19 sono arrivati nella ripresa e addirittura 12 negli ultimi 15 minuti; poi ce ne sono 5 nei 15 minuti iniziali e 1 dal 16’ al 30’ del primo tempo. Quando il gioco si fa duro, Balo inizia a fare sul serio. Un po’ come il Milan, che spesso in questa stagione ha cambiato la partita nel finale: è già successo due volte con Seedorf (col Verona rigore al 37’ s.t. e col Cagliari due reti negli ultimi 5 minuti) e in tutte e due le occasioni c’è stato anche lo zampino di Mario. Era capitato però altre volte anche con Allegri, vedi Torino, Livorno e Ajax.
Sulla scia dei grandi – Il bello di Mario sono i gol: ne ha regalati in abbondanza al Milan nel suo primo anno rossonero. Tra i grandi del passato, meglio di lui avevano fatto solo Shevchenko (31 gol in 44 partite), Altafini (32 in 37) e Nordahl (33 in 35). Il brutto sono i cartellini gialli, già 14 in questa stagione (10 in campionato e 4 in Champions), e le giornate di squalifica (5). L’ultima l’ha scontata contro il Toro, colpa del giallo preso a Cagliari. Sabato tornerà in campo a Napoli, animato dal sacro fuoco della rimonta. Per vendicare la sconfitta dell’andata, per infrangere il tabù Napoli e per festeggiare la prima vittoria con una grande. Ma anche per gridare al mondo che il sogno Champions è difficile ma non impossibile.
Fonte: Gazzetta dello Sport