ALLEGRI INTERVISTA – Massimiliano Allegri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: eccola in versione integrale.
«Ho organizzato le cose come andavano fatte per rinnovare il Milan. Ho agito d’accordo con la società, e qualcuno mi vede come un tagliatore di teste, ma non lo sono stato. Abbiamo fatto quello che serviva, in tre stagioni io e la squadra abbiamo ottenuto i risultati che ci sono stati chiesti. Purtroppo adesso il terzo posto è lontanissimo, ma c’è la coppa Italia, che diventa una buona opzione per lasciare il Milan comunque in Europa».
Vuole consegnare un ticket europeo a Seedorf?
«Non so chi sarà il nuovo allenatore, è un problema che non mi riguarda. Di certo questo è il mio ultimo Natale da milanista, ma ho mangiato il panettone un’altra volta e per la verità non ho mai avuto dubbi in proposito».
Con Seedorf non ha avuto un rapporto facile…
«Nella penultima stagione a Milano ha reso moltissimo. Grande giocatore, certo avrei preferito allenarlo a 28 anni piuttosto che a 35».
Che Milan lascia a quello che verrà?
«Una buona squadra, che si è fatta voler bene dai tifosi per il suo modo di essere. Una squadra che con qualche ritocco avrà un futuro».
Rimpianti per questo quadriennio che presto finirà?
«Ero convinto di diventare l’allenatore della seconda stella, ma il mio secondo campionato al Milan è stato deciso in parte da un gol non gol. Diciamo che non siamo stati fortunati. E l’anno dopo sono dovuto praticamente ripartire da zero, eppure siamo arrivati in Champions League, e adesso siamo agli ottavi».
Realisticamente, dove può arrivare il Milan in Europa?
«Realisticamente non lo so, ma abbiamo una buona chance di arrivare ai quarti di finale. L’Atletico Madrid è tosto e forte, ma a febbraio tante situazioni saranno cambiate».
Risalire in campionato è impossibile?
«E’ molto difficile, siamo a 17 punti dal terzo posto. Però dobbiamo rincorrere e migliorare la nostra posizione di classifica. Tutto questo può servirci da stimolo per fare bene in Europa e in coppa Italia».
Che cosa resta di questa stagione andata storta?
«Il rammarico vero è non aver mai avuto tutti i giocatori a disposizione: praticamente mai i terzini titolari insieme, quasi mai El Shaarawy. Pazzini è tornato ora, e i giovani sono validi, ma i giovani vanno accompagnati nella crescita. Uno come Cristante ha qualità, ma anche bisogno di tempo».
Si è parlato molto dei tanti infortuni del Milan, e anche la notizia dell’intervento sul piede di El Shaarawy solleva qualche dubbio.
«Non sono stati fatti errori: ci siamo consultati con uno dei migliori specialisti del mondo, ci ha detto che il 75 % delle microfratture si ricompone da sola, e purtroppo siamo caduti nel 25 %. Nell’ultima parte del 2013 molte cose sono andate male, ma mi spiace che a volte siano stati attaccati staff medico e preparatori. Questa è una cosa che mi fa arrabbiare».
Le sue colpe le accetta e sottoscrive?
«Se mancano i risultati, è sempre colpa dell’allenatore. Gli ultimi quattro mesi del 2013 sono stati disastrosi, ma ho lavorato sempre con entusiasmo e lo farò fino in fondo».
Perché ha già deciso di andarsene, a prescindere da eventuali proposte del club?
«L’ho deciso il giorno in cui si è stabilito che sarei rimasto per un’altra stagione. Mi piaceva l’idea di restare e finire un lavoro, ma quattro anni in una squadra sono tanti».
Lo dice anche Capello, che le fa sempre tanti complimenti, come Lippi. Dovrebbe ripagarli in qualche modo…
«A Marcello posso offrire una bella cena di pesce di scoglio visto che lui è di sabbia, con Capello è più difficile visto che è in Russia…Scherzi a parte, non posso che ringraziare tutti e due per le belle parole».
A proposito di opinioni sentite su di lei: 1) La società lo tiene perché non ha alternativa. 2) Non ha più in mano lo spogliatoio. 3), e questo è De Boer dopo Milan-Ajax: ha vinto l’anticalcio. Quale sentenza la fa arrabbiare di più?
«La prima: se la società non aveva alternative vuol dire che sono proprio bravo e non trovava nessuno meglio di me. La seconda: fesserie che si dicono quando le cose vanno male. Quanto a De Boer, lo capisco, era arrabbiato, ma in 10 contro 11 non vedo cosa avremmo potuto fare più di una difesa ordinata. Deve recriminare semmai perché siamo rimasti con l’uomo in meno: 11 contro 11 l’Ajax aveva avuto due palle gol nette».
Sta dicendo che non è stato bravo De Boer ad approfittare del vantaggio?
«Sto dicendo che è stato sfortunato».
Passando dalle parole ai fatti, che cosa le piacerebbe fare in futuro? Allenare in Italia, all’estero, fare il c.t.?
«Eviterei di parlare della nazionale, che ha un grande c.t. e può fare un grande Mondiale. Quanto al resto, vedrò quali occasioni avrò e sceglierò la sfida che più mi stimola».
Sta studiando l’inglese?
«Lo studiavo già a Cagliari, per altre lingue c’è tempo.Il calcio ha una lingua universale».
Che cosa risponde a chi la accusa di far giocare male il Milan?
«Abbiamo anche giocato bene. L’anno scorso, terza stagione al Milan, ho dovuto ricominciare da zero, e anche questa volta abbiamo avuto tanti giocatori da inserire. Non è facile».
Il 4-3-3 è sepolto, resiste l’albero di Natale?
«Il 4-3-3 ora è difficile da applicare con i giocatori che ho. L’albero di Natale va sempre bene se ci metti in cima una bella stella».
Balotelli è la stella che tutti noi ci aspettiamo più splendente…
«Questa stagione servirà a Mario per trovare la continuità che non ha mai avuto, visto che nessuno prima lo aveva fatto giocare titolare per tante partite. Sarà un uomo importante anche al Mondiale, potrà essere il suo anno».
E magari anche l’anno di Pazzini.
«Pazzini è buono per tutte le stagioni: nella stagione scorsa è stato l’unico capace di segnare in autunno, inverno, primavera. Ma è stato fermo sette mesi, ci vuole tempo a recuperare».
Il capitolo Matri viene ascritto nei capi di accusa: pentito di averlo preso?
«No, in quel momento ci serviva e comunque ha sempre fatto gol. Ne farà anche al Milan».
Quindi non è sul mercato di gennaio?
«Perché dovrebbe? Abbiamo perso El Shaarawy per i prossimi tre mesi, Robinho deve rientrare e Niang è stato ceduto in prestito».
Allegri, lei stesso riconosce che è praticamente impossibile risalire, e allora perché i tifosi dovrebbero appassionarsi al Milan?
«Perché il vento può sempre girare, come è successo un anno fa. Dobbiamo vivere partita per partita, con serenità, ricordandoci anche che siamo rimasti gli unici italiani in Europa».
Tabelle per la risalita, non ne ha fatte?
«Le tabelle è meglio buttarle nei Fossi di Livorno come le teste di Modigliani».
La redazione di Milanlive.it