NESTA – L’ex difensore del Milan, Alessandro Nesta, è stato intervistato dai microfoni de Il Corriere dello Sport. Ecco la sua splendida intervista al quotidiano romano.
Buongiorno Nesta? Come sta? Dove si trova in questo momento?
«Sto bene e vivo a Miami. Vediamo quanto ci resto, magari per sempre…».
Addirittura?
«Sicuramente un altro anno, per tutto il 2014. Qui a Miami è appena nata la mia terzogenita (Angelica; ndr) e gli altri due miei figli studiano. Voglio che imparino bene la lingua».
Cosa vuole fare da…grande?
«Penso proprio l’allenatore. Io ho già frequentato i primi due corsi in Italia. In ottobre affronterò il Master di Coverciano, il terzo grado. Poi vedremo».
Per diventare un buon allenatore che cosa le manca?
«Quasi tutto. Sto studiando, ma poi devo confrontarmi con la pratica. I risultati nel calcio sono tutto, bisogna vedere alla fine dove arrivi».
Che sensazione ha?
«Tutto è ancora un’incognita, devo dimostrare se ho le capacità, se sono all’altezza così come lo sono stato da calciatore».
Quando giocava era il leader della difesa…
«Da calciatore non puoi fare più di tanto: c’è l’allenatore che decide e devi rispettare i ruoli. Ma penso di poter fare comunque l’allenatore».
Dove le piacerebbe iniziare la sua nuova avventura calcistica?
«Prima devo finire di studiare e poi devo iniziare ad allenare. Italia o Stati Uniti? È uguale, non ho preferenze e dipende dalle occasioni che mi verranno offerte».
Quanto è importante la gavetta nella carriera di un allenatore?
«Secondo me tanto, ma ognuno ha la sua storia come accade anche quando inizi a fare il calciatore. Guardiola non ha fatto molta gavetta eppure ha fatto subito bene. Quindi non c’è una regola ben precisa».
Il Milan sta puntando su Seedorf che, in realtà, è ancora un calciatore in piena attività.
«Ognuno deve fare nella vita quello per cui si sente pronto. Clarence lo diceva spesso: “Io sono sempre pronto!”. Se davvero gli fosse concessa questa possibilità, farebbe benissimo ad accettarla».
Seedorf è anche un personaggio molto particolare.
«Ha fatto e sta facendo benissimo in campo perché è stato un grandissimo calciatore. Clarence ha la personalità e le capacità per gestire le persone. Lo vedo bene come allenatore, è nato “pronto” nel calcio. Anche se, a maggior ragione quando sei un tecnico, i risultati condizionano tutto e tutti».
Come va gestito Seedorf?
«Quando uno inizia a fare una cosa ovviamente commette degli errori… Se va male la prima volta devi ricominciare. Non so se Clarence, che è un perfezionista, avrà la costanza e la forza di perseverare anche in una situazione difficile».
Cosa ne pensa Nesta del campionato italiano?
«Anche quest’anno vincerà la Juventus, come sempre… Troppo forte… Certo la Roma le tiene testa. Napoli, Inter e Fiorentina non mollano. Ma solo la Juventus può perdere questo scudetto».
Nesta e Totti, amici da sempre e per sempre.
«Io penso che possa giocare sui suoi livelli almeno fino a 45 anni… E’ un professionista esemplare, eccezionale, nel ruolo dove gioca adesso subisce più falli ma è sempre un fuoriclasse assoluto».
Cosa lo differenzia dagli altri?
«Vede la partita… due giocate prima. Ha un piede e dei colpi che gli permettono di giocare fino… a quando muore!».
Alessandro Nesta ha tanti amici, molti sono di grande qualità come Andrea Pirlo.
«Andrea è un altro campionissimo che non ha tempo, non conosce la vecchiaia. Classe immensa, colpi eccezionali, continua a rigenererarsi, sotto tutti i punti di vista».
Berlusconi lo rivorrebbe al Milan.
«Mah, io lo vedo ancora bene alla Juve, lui sta bene in quell’ambiente».
Nesta cosa farebbe al posto di Pirlo?
«Io resterei dove sono, non cambierei. Andrea è nella società giusta, in una squadra quasi perfetta che deve sicuramente migliorare il suo rendimento in Champions League. Ma quello bianconero è un ciclo davvero importante, quello giusto che farebbe la fortuna di qualsiasi giocatore».
Juve alle stelle. Milan, invece, in grave crisi d’identità.
«Era prevedibile che succedesse quello che sta accadendo. C’è in atto un cambio generazionale, a tutti i livelli. Nel corso di questi due ultimi anni sono stati ceduti tanti campioni e sono arrivati altri giocatori nuovi. Non è facile ricostruire un gruppo solido, si fa davvero molta fatica».
Eppure la squadra d Allegri ha due volti ben precisi: negativa in campionato mentre in Champions League è stata l’unica italiana a varcare il confine della fase a gironi.
«No, non sono d’accordo su questa differenza così netta dove si intravede un minimo di positività. Contro l’Ajax, a San Siro nella sfida decisiva, pur penalizzati dall’inferiorità numerica, il Milan ha sofferto troppo, ha rischiato tantissimo. Non è una squadra abituata a fare queste figure!» .
Cosa serve a questo Milan?
«Che Berlusconi torni a fare il presidente a tempo pieno, con la passione e la competenza che gli competono, mettendo a posto un po’ le cose. Per portare i giocatori importanti ci vogliono gli investimenti come si faceva una volta, in passato».
La Milano calcistica sta cambiando volto. Che dire di Thohir padrone dell’Inter?
«Noi siamo abituati al “made in Italy” totale nel calcio. Mentre in Inghilterra l’arrivo di capitali importanti nelle squadre ha reso la Premier League ricca e avvincente».
Il calcio italiano ha bisogno di nuovi investitori?
«Assolutamente sì, anche perchè è mortificante vedere le nostre squadre che non riescono a superare il primo turno delle coppe europee».
Nesta ha concluso la sua eccezionale carriera nella Mls, indossando la maglia del Montreal. Che esperienza è stata?
«Ottima. Ho conosciuto un’altra realtà, una città eccezionale, un calcio diverso, ma comunque competitivo».
Cosa c’è da imparare, cosa bisogna importare in Italia dal Soccer?
«Si tratta di un ambiente in evoluzione, dove continuano a essere importati campioni di un certo livello. Ci credono, anche se c’è grande concorrenza con gli altri sport più popolari, e c’è una grande organizzazione a livello manageriale».
Dove sono più avanti rispetto a noi?
«Sicuramente per quanto riguarda il merchandising e nella vendita dei diritti delle partite sono i numeri uno al mondo. Riescono a riempire stadi da 70.000 posti vendendo magliette, sciarpe e gadgets in quantità industriali».
Qual è il modello di Nesta allenatore?
«Ho avuto la fortuna di essere allenato da ottimi tecnici. Vorrei poter attingere dai pregi di ognuno di loro ed evitare, se possibile, i difetti».
Qualche nome…
«Grandissimo Zeman… Ma non sono stati da meno Ancelotti e Lippi. In realtà, fra i tanti bravi che sono in circolazione, non c’è uno veramente completo».
Alessandro Nesta su una panchina: che sensazione le fa?
«Bella, lo confesso. Cercherò di farlo in una piazza importante, così come è stata la mia carriera di calciatore».
Alessandro Nesta eroe dei due mondi, ma il primo amore, la Lazio, non si scorda mai…
«È vero… Confesso che quando ho lasciato il Milan (estate 2012; ndr), ci avevo fatto un pensierino. Mi sarebbe piaciuto terminare la mia carriera lì dove l‘avevo iniziata».
Perchè non è riuscito a coronare questo sogno?
«Galliani mi aveva offerto un altro anno di contratto. C’era stato qualche rumors… Mai contatti diretti… Ma ho voluto avere rispetto dei tifosi della Lazio. Loro ricordavano un calciatore diverso, che aveva dieci anni in meno. Sono abituato ad essere sempre al cento per cento e a dare il massimo».
Sì è pentito?
«No, è stato giusto così. Non avrei mai accetatto di fare la figura del… pensionato. Sentivo che non avevo la solita forza nelle gambe. Ho preferito un campionato minore, ma ugualmente competitivo e affascinante come la Mls».
Un suggerimento in difesa di Nesta a Prandelli?
«Bonera: è uno dei difensori più sottovalutati del calcio italiano. Al Milan si sta facendo carico con molta bravura di una situazione parecchio difficile».
Balotelli, più croce o delizia?
«Su una cosa non ci sono dubbi: è un grande talento. Poi è quello che è: si arrabbia, è impulsivo. Ma è un campione importante: quando arriva la palla a lui succede sempre qualcosa».
Dove sbaglia?
«Non voglio giudicare come si comportano gli altri. Anche Balotelli farà il suo percorso, certe situazioni prima o dopo cambiano. Avrà tutto il tempo per riflettere anche su queste cose».
La redazione di Milanlive.it