Milan, Eranio e la situazione societaria: Maldini dirigente solo con l’addio di Galliani

AC Milan v Atalanta BC - Serie A
MILAN MALDINI GALLIANI- Intervistato da ilveromilanista.it, Stefano Eranio ha parlato della situazione del Milan.
Mister partiamo dalle dichiarazioni di Barbara Berlusconi sul bisogno di rinnovamento in società. Le parole sembravano un attacco diretto ad Adriano Galliani. Secondo lei è necessario un avvicendamento ai vertici del club?

“Per sapere le cose bisognerebbe essere dentro alla società. Galliani sa il fatto suo e ha sempre fatto il bene del Milan. Diventa difficile capire intanto che portafoglio gli mette a disposizione la società, dipende tutto da quello. Con un budget piccolo è più facile sbagliare gli acquisti“.

La dottoressa Berlusconi ha però dichiarato che di soldi, sul mercato, ne sono stati immessi: il problema è che sono stati spesi malamente e non in linea con le indicazioni della proprietà…

“E’ anche vero che Galliani, l’anno scorso, voleva vendere Pato per Tevez, e all’ultimo… L’ho detto, bisogna essere dentro la società per capire al meglio come vanno le cose, è normale però dopo molti anni pensare a un cambiamento. Bisogna però capire bene la strategia della società e le sue richieste, è normale però che quando in giro c’è poco materiale è difficile fare bene. Ad esempio, trovare un degno sostituto di Thiago Silva è difficile. E’ stato venduto un un campione vero e un leader che poteva essere la colonna del Milan“.

Paolo Maldini è stato accostato con forza alla dirigenza del Milan, tanto che il Presidente Berlusconi avrebbe addirittura chiamato l’ex capitano offrendogli un ruolo in società. Secondo lei Maldini sarebbe un buon dirigente? E’ arrivato il suo momento?

“Paolo sta aspettando questo momento da tanti anni, da quando ha smesso di giocare. Maldini non è nell’organigramma del Milan perché non va d’accordo con Galliani, tra i due c’è incompatibilità. Il giorno in cui Galliani e il Milan divorzieranno, i Maldini e i Baresi avranno una figura più importante di quella che stanno avendo adesso. Bisogna però essere capaci a fare i dirigenti, e vedere quale ruolo si ricopre. Galliani ha dimostrato di essere il numero uno dei dirigenti, è facile parlare da fuori. Ricordiamoci le trattative come quella per Ibrahimovic, è normale che quando la società ha deciso di liberarsi dello zoccolo duro della squadra e ridurre i costi è diventato per lui tutto più difficile, così come per il tecnico“.

A proposito di tecnico, Allegri sembra sempre più sulla graticola. Secondo lei quali colpe ha nella crisi del Milan?

“Adesso la squadra dipende dai tre giocatori con più qualità. Se questi non rendono come devono, Allegri va in difficoltà. Non è colpa dell’allenatore, le circostanze non gli sono andate a favore. L’infortunio di El Shaarawy, anche se il mister non lo ha sempre usato con continuità, unito al fatto che Balotelli stia attraversando un momento difficile, quando l’anno scorso è stato un uomo chiave, sta sicuramente facendo soffrire la squadra. Ci sono però anche altri problemi, come la mancanza in difesa di un leader“.

Quindi non dà colpe particolari al mister.

“Da allenatore gli darei almeno la possibilità di finire l’anno. In questo momento sarebbe difficile trovare un allenatore che, con questi giocatori, possa migliorare la situazione, a meno che a gennaio i nuovo innesti che arriveranno riescano a dare un aiuto importante“.

Cosa pensa invece dei molti infortuni che decimano la rosa del Milan? Molti sono traumatici, ma sono parecchi quelli di natura muscolare…

“Secondo me è il momento che crea problemi: quando una squadra scende in campo con la tensione e con la pressione, anche l’allenamento più banale diventa un peso e il muscolo ne risente. Questa situazione è causa di molti infortuni. Per me non è colpa né dell’allenatore né del suo staff ma della circostanza e del momento. Quando il giocatore stesso non è tranquillo, lavora con tensione ed è più soggetto agli infortuni“.

Mercoledì c’è Barcellona-Milan. Per i rossoneri sembra una mission impossible, in particolare in questo momento difficile.

“Quando capitano queste partite si sa che si parte svantaggiati. Sono match però che possono far dare qualcosa in più, possono far fare bella figura alla squadra nella gara secca. L’unica cosa da fare contro squadre come queste è non farle giocare, come peraltro ha sempre fatto il Milan con il Barcellona in tempi recenti: andarsela a giocare alla pari non si può. Ormai conosciamo il Barça, i rossoneri cercheranno di chiudere i varchi e non si darà spazio a calciatori letali come Xavi, Iniesta e Messi“.

Chiudiamo con un ricordo della Champions League del ’94 vinta proprio contro il Barça. Lei non era in campo ma è stata sicuramente una grande emozione.

“Emozione ma più che altro rabbia, perché mi sono rotto il tendine d’Achille e non ho potuto esserci in quella gara, pur avendo giocato la semifinale. Vedere i miei compagni portare la coppa a casa mia è stato fantastico. La vittoria, comunque, non è stata solo la finale ma tutto il percorso che abbiamo fatto per arrivarci. Ricordo quella Champions con grandissima soddisfazione“.

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