Garlando: “Le colpe di Galliani? Chi ha detto no a Pato-Tevez? Chi ha risanato il bilancio? Balo mela-marcia: ma chi ha portato il Milan in Champions?”

AC Milan's football club CEO Adriano Gal

MILAN GARLANDO – L’editorialista de La Gazzetta dello Sport, il noto e autorevole Garlando, ha realizzato un articolo stamane sul possibile addio di Galliani dal Milan, difendendo l’operato del monzese dagli attacchi delle ultime ore. Ecco i passaggi principali dell’editoriale della Rosa: “Nell’attesa della risoluzione del conflitto, il popolo rossonero non può che chiedersi: ma quanto costa perdere quel Richelieu da curva sud di Adriano Galliani? Se è l’operativo numero uno e il Milan è in questo stato, qualche colpa ce l’avrà. Se la fascia sinistra di Paolo Maldini è stata affittata negli anni a inquilini tipo Grimi, Taiwo e Mesbah, qualche riserva viene. Palese anche un deterioramento di immagine: disciplina allentata, mercanti (Raiola) che dettano legge nel tempio… Ma, detto questo, va fatta una tara onesta alla disperazione. Primo: sono cambiati i tempi, sono finiti i soldi. Barbara obbietta: la Roma ha speso meno e vola. La Roma americana in due estati ha speso 70 milioni (7 per Stekelenburg) per finanziare due fallimenti (Luis Enrique, Zeman). Quando ha deciso un mercato al risparmio per rientrare dai costi, ha trovato la via, quasi per caso. Al posto di Garcia doveva esserci Allegri. La Roma è fuori dalle coppe e aspetta la Champions da 3 anni. A Galliani è stata chiesta la botte piena e la moglie ubriaca: risanare i conti e restare in alto. Fatto. I 70 milioni di perdite del 2010 sono diventati 6,9 nell’ultimo bilancio, grazie a taglio d’ingaggi, cessioni e fatturato record (329 milioni). Negli ultimi 4 anni il Milan è sempre arrivato agli ottavi di Champions e ha vinto uno scudetto. Si poteva fare meglio? Forse con Tevez per Pato, ex di Barbara, che Galliani aveva già venduto al Psg per 27 milioni, ma Arcore bloccò tutto. Balotelli «mela marcia»? Intanto la Champions l’ha riacciuffata lui. Troppi 11 milioni per Matri? Probabile. Ma lo voleva Allegri. Kakà lo ha voluto Berlusconi. Perché nessuno ha voluto difensori? Perché quelli buoni costano tanto e perché questo Milan, nato per abbagliare in tv in prima serata, è condannato allo spettacolo e ammassa punte e fantasisti. Ecco, quando Barbara parla di «nuova filosofia», forse dovrebbe intendere questo: un progetto tecnico più in sintonia con i tempi grami, per non apparire come i nobili decaduti che continuano a mangiare con le posate d’argento anche se il frigo è vuoto. Se non ci sono più i soldi per un Grande Milan, che ci sia almeno una squadra solida ed equilibrata. Come l’Inter di Mazzarri, competitiva, senza i fasti del Triplete. Ci sta che un nuovo management porti nuovi entusiasmi ed idee nuove. Barbara in un’intervista ha confidato di ispirarsi anche al Cirque du Soleil. Al momento il Milan offre Allegri che cammina sui carboni ardenti e Balotelli che lancia freccette. Anche Thohir è in arrivo con poca esperienza e tanto entusiasmo. L’importante è delegare bene. Il futuro è dei giovani. Ma esodare Galliani non significa solo rinunciare all’architetto di un ciclo glorioso (5 coppe Campioni, 3 mondiali per club, 8 scudetti). Significa dismettere un tipo che può entrare senza bussare al Barcellona e al Real e uscire con Dinho o Kakà; un politico che in Lega, Uefa, Fifa ha un certo peso; un brianzolo col risparmio nel sangue (vedi il 20% di taglio imposto ai giocatori in caso di mancata Champions); un innamorato perso del Milan che ha la forza dei sogni. L’equilibrista Berlusconi sceglierà da che parte pendere. Il popolo attende inquieto, col legittimo sospetto che l’addio di Galliani andrebbe messo in coda a Ibra e Thiago”.

La redazione di Milanlive.it

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