EDITORIALE MILAN – La crisi del Milan è ufficiale. Non da oggi, chiaramente, se non per coloro che finora hanno fatto finta di non vedere tutto ciò che invece era evidente da mesi.
La squadra ha raccolto solamente 12 punti in 11 partite di campionato. Il distacco dalla Roma capolista è di 18 punti (in attesa del posticipo serale), mentre dalla Juventus e dal Napoli è di 16. Sono solo 3 le lunghezze di vantaggio sul terzultimo posto.
Parliamoci chiaro: la rosa del Milan non è competitiva per ambire a vincere alcun trofeo, differentemente da quanto dichiarato in estate da Adriano Galliani (“Siamo numericamente e qualitativamente competitivi“), ma non è neanche da undicesimo posto. Pensate che il Verona neopromosso ha 10 punti di vantaggio sul Milan.
E’ evidente che ci siano delle responsabilità di Massimiliano Allegri, che si sta dimostrando incapace di gestire questa squadra, e dei giocatori, che non si stanno rendendo conto di che maglia indossano. Ma non si può far finta che la società, nelle persone di Adriano Galliani e Silvio Berlusconi, siano estranei a qualsiasi tipo di colpa.
L’allenatore ed i giocatori da chi sono scelti? Dalla dirigenza. Se il Milan è allenato da un tecnico inadeguato (e delegittimato da tempo) e se è composto da molti giocatori non da Milan che in altri tempi non avrebbero mai varcato i cancelli di Milanello, la colpa non può che essere di chi è a capo del club.
Berlusconi, lo sappiamo, è impegnato in altre vicende ed il suo distacco/disinteresse dal calcio è ormai abbastanza noto. A tal punto che sono ormai in tanti a chiedersi perché non venda e si faccia da parte. Un’operazione che farebbe molto contenta la figlia Marina.
Galliani con il primo fatturato in Italia non è stato in grado di creare una squadra competitiva, se non a chiacchere. Le sue operazioni di mercato avvengono praticamente solo con Enrico Preziosi (presidente del Genoa) ed i vari agenti suoi amici come Raiola, Bronzetti ed altri. Giocatori che fuoriescono da questa sorta di ‘cerchio magico‘ che circonda l’amministratore delegato di via Turati 3 è difficile che vengano trattati. La figura del direttore sportivo, ruolo che ufficialmente appartiene ad Ariedo Braida, risulta oramai inutile.
La crisi del Milan va analizzata a 360°. E’ assolutamente corretto criticare l’allenatore ed i giocatori per quanto visto finora sul campo, ma la fin qui fallimentare stagione rossonera affonda le sue radici nelle scelte errate della società. La stessa società che in passato ha arricchito la bacheca milanista di trofei, ma che ora dovrebbe farsi da parte.
Matteo Bellan – www.milanlive.it