Il Milan affonda, gli alibi sono finiti da un pezzo. Berlusconi e Galliani si assumano le loro responsabilità

All Berl Gall

MILAN BERLUSCONI GALLIANI – Il Milan sta attraversando un periodo molto negativo, uno dei peggiori degli ultimi vent’anni.
Un avvio di campionato veramente pessimo con soli 8 punti raccolti in 7 giornate, con un accumulo di 13 lunghezze di distacco dalla capolista Roma e 11 dal terzo posto.
Gli infortuni non bastano a giustificare una squadra che è riuscita a fare meno punti del neo-promosso Verona che ne ha 13, uno meno dell’Inter ed uno in più della Fiorentina.
Gli alibi sono finiti, da parecchio. Non serviva aspettare la sconfitta contro la Juventus per accorgersi delle mancanze dell’organico rossonero, degli errori di Allegri e di quelli della società. Era tutto evidente già da molto tempo.

Allegri nel post-partita di Torino ha avuto il coraggio di assumersi le sue responsabilità per la situazione negativa che sta attraversando il Milan. Ha anche affermato di non essere preoccupato e che con i recuperi degli infortunati la classifica migliorerà. Ce lo auguriamo, ma non possiamo dimenticare tutti gli errori commessi fino a qui dal tecnico livornese che in estate aveva promesso una partenza di campionato.

Contemporaneamente non possiamo scordare le parole di Adriano Galliani che per mesi ha ripetuto che il Milan era una squadra competitiva, quando la realtà è assolutamente diversa. I rossoneri non possiedono un organico in grado di poter lottare per lo Scudetto, figuriamoci per la Champions League. I ripetuti slogan di Galliani (“La squadra è numericamente e qualitativamente competitiva“, “Abbiamo fatto più punti di tutti nel 2013“, “Negli ultimi 5 anni siamo sempre andati a podio” e potremmo continuare per ore) non fanno altro che innervosire la tifoseria milanista, stanca delle troppe chiacchere e di vedere un Milan che con quello del passato non c’entra praticamente niente.
Il mercato sino a qui si è dimostrato fallimentare per vari motivi. Serviva rinforzare la difesa, ma non è stato fatto e solo adesso ci si accorge (in società) delle pecche dei giocatori che compongono il reparto arretrato rossonero.

Veniamo a Silvio Berlusconi, un presidente sempre più lontano dal Milan. Un assente ormai costante a Milanello e a San Siro. Assorbito da impegni politici e personali. Al Milan non c’è traccia di quel presidente che professava amore verso il club di cui è proprietario. In molti si chiedono perché Berlusconi non venda a questo punto. Qualcuno la risposta la conosce bene…

La società rossonera, nelle persone di Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità per il momento pessimo del Milan e per il ridimensionamento di quella che una volta era una squadra temuta in tutto il mondo.
Purtroppo, però, nessuno dei due ammetterà mai le proprie colpe ed il Milan continuerà a navigare a vista, senza progetti veri e cullandosi di un glorioso passato che non tornerà più.

Matteo Bellan – www.milanlive.it

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