JUVENTUS MILAN – Riccardo Montolivo è stato intervistato da Tuttosport in vista di Juventus-Milan: ecco le sue dichiarazioni.
Montolivo, che Juve-Milan sarà?
«Mi aspetto una partita di grande fascino, equilibrata, in cui il Milan ha bisogno di punti perché ne abbiamo persi troppi per strada in queste giornate».
Chi ha più da perdere?
«In campionato siamo ancora all’inizio e sarebbe prematuro, in caso di sconfitta, farne un dramma. Credo però che, qualora dovessimo tornare da Torino con un risultato positivo, sarebbe importante per la nostra autostima e ci darebbe un po’ di sicurezza in più».
Matri vi ha promesso il gol dell’ex?
«Sì, ce l’ha promesso di fare gol… Da quando è arrivato. Scherzi a parte, può succedere per un attaccante non trovare il gol per due, tre partite però abbiamo grande fiducia in lui: sappiamo che Alessandro i gol li ha sempre fatti e li farà anche al Milan».
La Juventus ha la pancia piena?
«Non credo e l’ha dimostrato pure col Galasataray quando è andata sotto e con la solita ferocia e cattiveria ha rimesso in piedi la partita: quel gol preso un minuto dopo aver segnato il 2-1 è il classico episodio, ma – al di là di quello – ho visto in campo la solita Juve. Domenica saranno aggressivi e cattivi, ma lo sarà anche il Milan».
Vi ha insegnato qualcosa la partita di Champions?
«La Juve già la conosciamo. Rispetto all’anno scorso in più hanno Tevez che è il pericolo numero uno, ma noi abbiamo le armi per far male a questa Juve».
Quali?
«Anche quando siamo stati meno brillanti, siamo sempre stati pericolosi. Ad Amsterdam, per esempio, abbiamo avuto diverse occasioni per andare in vantaggio. E questo mi rende tranquillo. Certo dobbiamo migliorare l’attenzione sui calci piazzati che, in questo momento, è il nostro punto debole».
Avesse la bacchetta magica, chi toglierebbe alla Juventus?
«Sicuramente Tevez perché dà grandissima qualità alla squadra in fase offensiva e offre tantissima quantità in fase difensiva».
Si aspettava che avesse un simile impatto nel nostro calcio?
«Sì, perché Tevez è un gran giocatore e perché, entrando in un contesto in cui tutto funzionava come quello che ha trovato a Torino, è stato agevolato. Quello che più mi ha impressionato, al di là delle qualità tecniche, sono la foga che ci mette e l’intensità in fase difensiva: è incredibile vedere come rincorre gli avversari».
Cosa che Balotelli dovrebbe imparare da lui…
«Hanno anche età diverse. Mario probabilmente deve ancora completare la sua maturazione. Ha ancora 23 anni e ha tempo per farlo. Dal punto di vista della qualità, non credo debba invidiare niente a Tevez».
Da capitano, dopo l’ultima squalifica, cosa gli ha detto?
«È bastato uno sguardo, non solo con me ma con tutti. Mario si è reso conto di aver sbagliato. Non penso ci siano giustificazioni: ha commesso un errore, ha chiesto scusa e il caso è chiuso. Chiaramente sa di averci messo in difficoltà perché per noi lui è troppo importante».
Anche Prandelli l’ha perdonato e molti l’hanno criticato per non aver rispettato il codice etico…
«Il codice etico l’ha proposto l’allenatore e penso spetti a lui esaminare i vari casi di volta in volta e poi decidere. Credo comunque che il codice etico sia un valore importante per la nostra Nazionale».
Crede veramente che gli avversari picchino troppo Balotelli?
«Mario è il pericolo numero uno e le altre squadre hanno attenzioni particolari nei suoi confronti, spesso esagerando: lui deve essere bravo a non cadere nelle provocazioni».
Se col Napoli lei fosse stato in campo, cosa avrebbe fatto?
«Avrei cercato di fermarlo, come peraltro hanno fatto anche alcuni miei compagni. Però, al di là di questo, credo che Mario debba imparare a controllarsi da solo e cercare di evitare gli errori che ha commesso quella sera».
Crede che Balotelli un giorno possa diventare capitano del Milan?
«Per le qualità che ha, ci potrebbe stare. Poi quelle sono scelte che dipendono dallo spogliatoio e dalla società e non è facile prevederlo».
Lei intanto come si trova con i gradi sul braccio?
«Bene. È una grande responsabilità ma sono contento di averla».
Si fa molto sentire con i compagni?
«Un capitano deve esercitare la sua autorità nel quotidiano, è importante dare l’esempio nei comportamenti, non a parole».
Montolivo, dica la verità: si aspettava tutte queste difficoltà dopo aver cambiato la preparazione “tarandola” sul preliminare di Champions?
«I problemi sono diversi: l’anno scorso eravamo un cantiere aperto, mentre quest’anno siamo molto più squadra come prova il fatto che non siamo mai crollati nei momenti di difficoltà recuperando tre partite che sembravano praticamente perse. È rimasto questo problema di attenzione nelle palle inattive, ma dipende da noi: ogni volta viene fischiato un calcio piazzato c’è quel momento in cui la tensione cala e se non sei bravo a riattaccare la spina subito, succede di distrarti e prendere gol. In quelle circostanze deve cambiare l’atteggiamento di tutta la squadra anche perché così andiamo a complicarci la vita da soli».
Dopo il ko col Napoli, affrontate un’altra big: è un esame di maturità per questo Milan?
«No, perché il vero Milan inizieremo a vederlo dopo la sosta quando torneranno tutti gli indisponibili. Anche se viene poco sottolineato, in queste settimane abbiamo davvero avuto tanti problemi e spesso ci siamo trovati con una squadra tutta fuori per infortunio. E così non è facile affrontare tante partite ravvicinate».
Pirlo le sembra in crisi?
«Andrea è sempre un valore assoluto. E, se è brillante, risulta immarcabile».
Mancini mercoledì gli ha piazzato Sneijder alle caviglie…
«Quella è una soluzione, ma così ti bruci un uomo, inoltre la Juventus possiede anche altre fonti di gioco. L’alternativa è che lo prenda in consegna chi tra gli attaccanti si trova nella sua zona».
Parole da futuro allenatore.
«Sì, mi piacerebbe diventare allenatore a fine carriera, ma ho soltanto 28 anni ed è ancora presto per pensarci…».
La redazione di Milanlive.it