MILAN ALLEGRI – Di seguito la seconda parte dell’intervista a La Gazzetta dello Sport di Allegri.
Il Milan non può competere per la Champions e deve cercare di bloccare una concorrenza più agguerrita in campionato. Ma la società è disposta ad aspettare prima di chiederle risultati?
«Il Milan è stato coraggioso a chiudere un ciclo e dare una svolta. L’anno scorso dopo le cessioni di Ibra e Thiago sembrava un anno tragico, e siamo riusciti ad arrivare terzi e a giocarci il preliminare di Champions…L’ideale sarebbe restare sempre fra le prime tre e far crescere i ragazzi».
Come si comporta Balotelli con i più giovani?
«Bene. In fondo è ancora un bambinone. E poi è una persona educata, ma ha 23 anni, e va trattato come uno di 23 anni che deve migliorare in molti sensi».
Facendo un paragone con un’altra icona, Cristiano Ronaldo, si potrebbe dire che il portoghese è uomos quadra e Mario deve lavorare di più in tutto il campo?
«Mario sa cosa deve fare. Gli ho parlato a lungo, sa di essere il nostro giocatore più importante, quello tecnicamente migliore. Deve prendersi le sue responsabilità. Deve diventare il nostro leader tecnico. Non può essere il leader sul piano psicologico, perché è una persona timida».
Meglio allenare Ibrahimovic o Balotelli?
«Pensi che ho avuto la fortuna di allenarli tutti e due…Ibra per i primi quattro mesi è stato stratosferico, ci faceva vincere da solo. Poi è stato il solito grande Ibra per l’anno e mezzo successivo, ma i primi mesi sono stati incredibili. Mario è diverso, anche tecnicamente. Ibra ha più passaggio, Balotelli ha più dribbling. Ma ha potenzialità indescrivibili e deve migliorare tanto».
A proposito di Mourinho, lo ha multato perché l’altro giorno era in panchina in tuta? Mazzarri addirittura in bermuda…
«In quella intervista con GQ ho fatto soltanto una battuta, e qui siamo ancora in amichevole, è estate…Comunque confermo e ribadisco: l’allenatore rappresenta il club e non dovrebbe andare in panchina in tuta. Da questo punto di vista il calcio dovrebbe prendere esempio dal basket».
C’è un giocatore della Juve che avrebbe voluto? Magari Ogbonna?
«E’ un buon difensore, la Juve aveva una grande difesa e l’ha migliorata. Ma noi abbiamo preso Silvestre e quelli che avevo sono bravi. Criticano tanto la mia difesa, ma nel girone di ritorno abbiamo preso pochi gol. Significa che la squadra ha lavorato bene, perché se li lasci soli anche i difensori migliori del mondo fanno fatica».
Perché gioca ancora con la difesa a quattro, mentre in Italia si schierano tutti a tre?
«In Europa nessuno gioca con la difesa a tre, che poi è sempre una difesa a cinque».
Gli infortuni la preoccupano, se pensa al preliminare?
«No. Mexes e Abate sono a posto, dovrebbero essere pronti anche De Sciglio e Robinho».
Chi è il leader di questo gruppo?
«Ce ne sono tanti. Montolivo è cresciuto molto sul piano della personalità, poi c’è Abbiati che sembra un orso, ma è un uomo vero, sul quale un allenatore può contare, e c’è Bonera».
De Jong nell’Olanda era un leader.
«Ha carisma e personalità. Non credevo che tornasse al top così presto».
Ora lo rimetterà davanti alla difesa e ricominceranno le critiche ad Allegri che ama i giocatori muscolari.
«A parte il fatto che Nigel ha un buon piede, abbiamo Montolivo, Poli, Muntari, che per essere un mediano ha buona tecnica. Nel grande Milan, con Pirlo giocavano Gattuso e Ambrosini, mi pare. Non è vero che sono per i giocatori muscolari, a me piacciono i giocatori tecnici. In una squadra serve la tecnica, ma il Milan gioca sempre con quattro giocatori d’attacco. Non vi bastano?».
La redazione di Milanlive.it