Calciomercato Milan, Beccantini consiglia: bisogna rinforzare difesa e centrocampo


Mercato News Milan- Intervistato da Ilveromilanista, Roberto Beccantini, firma storica del giornalismo italiano, ha parlato del Milan a 360 gradi

Beccantini, iniziamo dando un’occhiata al recente passato: come valuta la stagione appena conclusa dal Milan? Se dovesse dare ai rossoneri un voto da uno a dieci?

“Azzerata la rosa, nella mia griglia l’avevo collocato al quinto posto. E’ arrivato terzo. Allegri ha impiegato otto turni per trovare la quadra. I pifferi arbitrali hanno allietato la rimonta. Voto sette”.

A Torino, sponda Juventus, sono approdati Tevez e Llorente e si parla dei possibili arrivi di Kolarov e Ogbonna. Insomma, tutta gente di un certo livello. Al Milan, invece, i tifosi da qualche anno a questa parte si devono ‘accontentare’, con tutto il rispetto, di giovani scommesse (Poli ad esempio) o di talenti in erba (Saponara). In quanto tempo, secondo lei, il Diavolo tornerà competitivo al 100% su ogni fronte?

“Juventus o non Juventus, per tornare competitivi in Italia serve poco. Così com’è, l’attacco mi sembra servito. Lavorerei ancora su centrocampo e difesa, portiere incluso. Poi, è chiaro, molto dipenderà da tre variabili: la crescita di Riccardo Montolivo nel ruolo di primo ministro del centrocampo; il ritorno di Stephan El Shaarawy ai livelli del girone d’andata; l’equilibrio di Mario Balotelli, il cui tritolo e le cui risorse restano fuori discussione”.

A questo punto proviamo ad andare oltre. Cosa manca al Milan rispetto a quei 4 o 5 top club europei (Barcellona, Real Madrid…)? Non tanti anni fa, anche i rossoneri appartenevano a questa cerchia ristretta di eletti…

“Semplice: manca qualità. Prenda la formazione che nel 2007 conquistò la settima Champions League e la paragoni con questa. Suvvia”.

Cosa pensa della delicata situazione di Stephan El Shaarawy? Ha fatto bene il Milan a continuare a puntare su di lui o forse era più conveniente monetizzare dalla sua cessione?

“Non hanno fatto bene: hanno fatto benissimo. Stephan ha compiuto 20 anni il 27 ottobre e vanta già 18 gol in serie A. Nemmeno Francesco Totti, alla sua età, aveva segnato tanto. Neppure Alessandro Del Piero. Ci vuole pazienza. Nessuno discute il calo del girone di ritorno. Non credo che sia stato facile, sul piano psicologico e tattico, gestire l’impatto di e con Balotelli. A proposito: non capisco, da parte della società, la distribuzione delle coccole, troppe per Balotelli, troppo poche per El Shaarawy. Come se sotto ci fosse qualcosa”.

In conclusione, come giudica la scelta di voler continuare a puntare in panchina su mister Allegri?

“Mi sono sempre battuto per la conferma di Massimiliano Allegri. Lasciarlo in mutande per ragioni di bilancio e poi buttare fumo negli occhi dei tifosi non è stato il massimo dell’eleganza e della competenza. Il peccato originale di Allegri è stato quello di lasciar partire Andrea Pirlo, peccato al quale non sarebbero estranei altri pezzi grossi. Se escludiamo la fase iniziale e l’ultimo scorcio, questo Milan mi è piaciuto – come gioco – più dei Milan targati Zlatan Ibrahimovic”.

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