EDITORIALE MILAN DE SCIGLIO – La ‘sei’ di Franco Baresi, la ‘tre’ di Paolo Maldini e ora la ‘due’ di Mattia De Sciglio. Andando avanti di questo passo i difensori rossoneri del futuro potranno indossare solo maglie con numeri alti.
Provocazione? Forse, ma basata su una ferma convinzione: Mattia De Sciglio è l’avvenire del Milan, sicuro punto fermo per il prossimo decennio e pronosticabile capitano del domani. Ventiquattro presenze totali con i grandi potrebbero essere considerate un campione ancora non sufficiente per esprimere giudizi così definitivi. Vero, ma non è solo la personalità e la tecnica mostrate in campo a sorprendere e a far riflettere.
Un ragazzo di vent’anni diventa improvvisamente titolare inamovibile di una delle formazioni più prestigiose al mondo, si impone in Nazionale Under 21 e viene anche preso in considerazione e convocato da Prandelli; in una gara di campionato le molteplici assenze costringono il suo allenatore a schierarlo da centrale, al fianco di un compagno al quanto traballante (Acerbi) e lui non si scompone e gioca con la tranquillità dei grandi. Ok, tu ora cosa ti aspetti? Atteggiamenti da star? Qualche bravata che possa palesare tutti i limiti della sua verde età? Nossignori, niente di tutto ciò. Testa bassa e pedalare. Chi era presente domenica in zona mista nel post-gara di Milan-Siena si è trovato di fronte una faccia pulita, semplice, imbarazzata per il fatto di trovarsi a firmare autografi ai ragazzini. “Mattia sei davvero forte”, lo ammetto, mi è scappato il più banale degli apprezzamenti da tifoso, mi torna indietro un sorriso, un volto che arrossisce e un sincero “Grazie”.
Ventiquattro partite possono non essere sufficienti a capire se ti trovi di fronte un fuoriclasse, bastano però pochi gesti a capire se sei al cospetto di un uomo vero.
Mirko Correggioli, Twitter @Kikko_Corre