MILAN PATO E ROBINHO DROGBABALOTELLI – Vi riportiamo l’editoriale scritto dal noto giornalista Alberto Costa per il Corriere della Sera. Un’analisi interessante sulla situazione del Milan soprattutto in chiave mercato.
Domani Adriano Galliani vola da Rio de Janeiro a San Paolo aprendo ufficialmente il mercato di riparazione milanista che, nella fattispecie, rischia di provocare un’ulteriore emorragia di qualità in un gruppo già duramente provato dai cataclismi estivi. Mentre Silvio Berlusconi ribadisce concetti già espressi nel corso della visita pastorale propedeutica alla sfida dell’Olimpico con la Roma (“Tra Pato e Robinho spero se ne vada uno solo”), la cessione del Papero al Corinthians pare ormai cosa fatta, 15 milioni di euro l’ammontare concordato e soltanto una serie di dettagli da sistemare. Quanto a Robinho, gli scenari sono in progress e lo sbarco in Brasile del procuratore Raiola può significare tutto e il contrario di tutto: di sicuro non mancheranno i colpi di scena.
In attesa di toccare con mano l’esito della missione sudamericana del vicepresidente rossonero, i tam tam di mercato insistono nell’individuare in Didier Drogba e Mario Balotelli le opzioni più credibili per l’attacco milanista che verrà, entrambe per altro caratterizzate da zone d’ombra di non poco conto. L’ex Chelsea, 35 anni a marzo, contraddice in maniera totale i più recenti input berlusconiani sul cambio di strategie societarie: quello dell’età (“Stiamo guardando a circa un centinaio di ragazzi tra i 18-20 anni”) e pure quello del drastico abbattimento dei costi. Pur di vestire alla rossonera, lui che è un generoso (Drogba), sarebbe infatti disponibile a ridursi l’attuale stipendio che gli passano a Shangai da 13 milioni annui fino a 10 milioni. Pista impraticabile dunque.
Al contrario il problema dell’ex Inter non è certo l’età. Quando infatti Roberto Mancini, il suo sponsor, colui che più di tutti ci ha messo la faccia per portarlo al Manchester City afferma che “Balotelli un giorno ne combina una e l’altro pure” e che “Il tempo degli sconti e delle chiacchiere è finito, a lui chiedo impegno e serietà negli allenamenti, una vita privata più regolare, comportamenti correti in campo” c’è poco da aggiungere, se non che pure l’ufficio di Adriano Galliani è tappezzato da relazioni negative sui comportamenti pubblici e privati di SuperMario. Serve altro?
I fatti di questi giorni stanno tra l’altro picconando uno dei capi saldi dell’immaginario collettivo rossonero, quello secondo cui nessuno se ne vorrebbe andare dal Milan. Passi per Pato, i cui problemi sono di tale natura da renderne quasi obbligatorio il distacco, ma Robinho… La sua scelta si inquadra come una vera e propria impuntatura destituita di qualsiasi fondamento, ragion per cui qualcuno al Milan si dovrebbe prendere la briga di bloccarne le velleità di saudade pretendendo il rispetto degli impegni contrattuali assunti, motivandolo con le superiori esigenze tecniche della squadra. Più che correre dietro a un nuovo attaccante, sarebbe infatti cosa buona e giusta dare la caccia a un centrocampista e a un difensore centrale. La batosta di Roma ha messo a fuoco la scaletta delle priorità.