Prima Kakà, poi Ibra e Thiago Silva. Non volevano lasciare il Milan, eppure…

MILAN KAKA’ IBRA THIAGO SILVA – In principio fu quella di Ricardo Kakà la prima cessione effettuata dal Milan per motivi di carattere economico. Era l’estate del 2009 quando il brasiliano fu ceduto al Real Madrid per circa 65 milioni di euro, denaro utilizzato per rimettere a posto il bilancio societario. Fu uno shock per milioni di tifosi che consideravano Kakà alla stregua di una bandiera e che lo immaginavano già con la fascia da capitano in futuro. Dopo la mancata cessione al Manchester City nel gennaio dello stesso anno con tanto di annuncio di Silvio Berlusconi al Processo di Biscardi, sembrava che il matrimonio Milan-Kakà non dovesse terminare mai. Sei mesi dopo le cose sono andate, però, come sappiamo, nonostante il giocatore avesse più volte dichiarato di voler restare in rossonero. Berlusconi aveva deciso di venderlo e così fu.

Veniamo ora a Thiago Silva e ad Ibrahimovic. Al termine della stagione 2011/2012 iniziano a circolare voci sulla cessione dei due campioni. Voci che vengono smentite più volte sia da Adriano Galliani che da Massimiliano Allegri. Ad un certo punto il difensore verdeoro è però molto vicino al passaggio al Paris Saint Germain per una cifra superiore ai 40 milioni di euro. I tifosi iniziano iniziano a preoccuparsi, memori di quanto avvenne tre anni prima. Berlusconi ancora una volta interviene annunciando la permanenza di Thiago Silva, al quale verrà rinnovato il contratto con un aumento dello stipendio, e ribadendo l’incedibilità di Ibrahimovic. Poche settimane dopo entrambi i giocatori passano al Psg di Leonardo e Ancelotti per oltre 60 milioni di euro complessivi. Si consuma così un’altra beffa per i tifosi rossoneri.
I due giocatori dalla Francia più volte dedicano parole di elogio alla loro ex squadra facendo capire di essersi trovati bene e che la loro cessione è dovuta ad una scelta di Silvio Berlusconi, così come avvenne per Kakà.

Non voglio ora far passare come vittime questi tre giocatori che sono comunque andati in altri club a guadagnare soldi che noi comuni mortali ci sogniamo, ma s0lo sottolineare quanto l’ambiente Milan rimanga spesso impresso nella mente (e a volte anche nel cuore) di chi lascia il club di Via Turati e che a volte l’addio di alcuni campioni diventa inevitabile, soprattutto quando è la società a volerlo per motivi di ordine economico legati al risanamento bilancio societario.

Matteo Bellan – www.milanlive.it

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