Milan, El Shaarawy si racconta a SportWeek: Resto con i piedi per terra, Ibra e Thiago i miei maestri

CALCIO MILAN EL SHAARAWY / Il fenomeno del momento, Stephan El Shaarawy, è intervenuto sul settimanale SportWeek in una lunga intervista, nella quale, oltre a parlare del suo passato al Genoa, ha analizzato l’ottimo momento: “Devo ringraziare mister Allegri, gli devo tanto – esordisce il Faraone –. Non è uno che parla molto ma, quando lo ha fatto, mi ha dato buoni consigli, calcistici e umani. Dopo questa serie di partite in cui ho fatto molto bene, mi ha detto di restare coi piedi per terra perché sono giovane e devo ancora dimostrare tanto – prosegue – . Per avere la conferma che non mi sono montato la testa basta parlare con quelli che mi stanno vicino e mi vogliono bene. Sono lo stesso di sempre con tutti, a cominciare dagli amici storici di Savona, dove sono nato. Solo che adesso la pizza la pago io. Ogni tanto penso che ci vuole davvero poco, per tornare giù”. Proseguendo nella lunga chiacchierata con i colleghi di SportWeek: “Rispetto all’anno scorso sono più maturo. La mia crescita è stata favorita dall’ambiente di lavoro e dal fatto di essere arrivato in una grande città. A Milanello ho conosciuto campioni che mi hanno trasmesso tanto, vivere a Milano ti cambia per forza, quando finora hai vissuto sempre in famiglia o in piccoli centri”. L’attaccante svela poi chi tra i rossoneri gli ha insegnato di più: “Scelgo Ibra e Thiago Silva per la parte tecnica, Seedorf, Inzaghi e Ambrosini per quella umana. Mi hanno consigliato sul come gestire la mia vita a Milano, come comportarmi fuori dal campo, come scegliere e ascoltare le persone giuste. Ma da tutti ho imparato anche solo osservandone la serietà nell’allenamento, la compostezza nelle uscite pubbliche, l’educazione nel rapporto coi tifosi…L’attaccante rossonero ammette: “Sì, rispetto allo scorso anno gioco di più e di conseguenza ho maggiori responsabilità. Ma le 28 partite fatte l’anno scorso, tra campionato e coppe, mi sono servite tanto. Non ho giocato poco come qualcuno continuaa dire, ho giocato quanto serviva”. E sul rapporto con la tifoseria rossonera ammette: “La Curva mi carica. Non mi fa nessuna paura. E poi, sentire che mi cantano lo stesso coro dedicato a Kakà, il mio idolo, mi fa venire i brividi”. Conclude: “Sicuramente lo spazio per me è aumentato anche grazie alla partenza  di gente come Ibra e Cassano,ma non esiste controprova. E in ogni caso nella scorsa stagione ho giocato un buon numero di gare e avuto tante occasioni da gol. La differenza è che quest’anno le metto a frutto”.

Fabio Alberti – www.milanlive.it

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