EDITORIALE GUARDIOLA SACCHI – Xavi, Iniesta e Messi… datemi questi tre e vi porterò sul tetto del mondo. Van Basten, Gullit e Rijkaard… Idem con patate. Quanti commentatori e pseudo-allenatori abbiamo sentito proporre considerazioni simili? Semplicisticamente potremmo quindi sminuire il valore di Pep Guardiola come quello di Arrigo Sacchi. Eterno dilemma: quanto l’allenatore può realmente incidere sul suo 11? Sparare percentuali a caso come spesso si divertono a fare alcuni colleghi ci pare un esercizio al quanto sterile, ogni situazione è diversa, ogni analisi va contestualizzata.
Dopo l’outing berlusconiano sull’innamoramento nei confronti dell’ex tecnico del Barcellona, l’ambiente rossonero si interroga: lo spagnolo sarebbe in grado di rendere vincente una rosa di calciatori buona ma non eccelsa? Guardiola ha allenato e vinto solo e soltanto a casa sua, non esiste alcuna controprova sul valore effettivo; i ‘suoi’ ragazzi continuano a dominare in patria e in Europa anche sotto la guida di Tito Vilanova. Quanto vale allora Pep senza i suoi? Certo che il ‘materiale umano’ messo a sua disposizione nell’ultimo quadriennio era di altissimo livello ma la sensazione è che l’impatto sia stato comunque importante. Nell’annata precedente al suo approdo sulla panchina della prima squadra (stagione 2007/08), i blaugrana concludono la stagione con un deludente terzo posto nella Liga, con ben diciotto punti di distacco dal Real Madrid. In estate il Barca non fa grandi acquisti, il trio delle meraviglie c’è già, ma di meraviglie vere non ne fa ancora, i vari Puyol, Eto’o, Henry e compagnia bella già tutti a disposizione. Guardiola aiuta la società a svecchiare, propone da subito i ragazzi della cantera e valorizza al meglio i piedi buoni; crea un collettivo e gli da un gioco, convince i tanti piedi buoni a coesistere e a lavorare insieme per un fine comune. In poche parole crea una squadra.
Fortunato? Sedersi sulla panchina del Barcellona nel momento dell’esplosione di Lionel Messi è innegabilmente una fortuna, ma sembra evidente (lo dicono i fatti) che Guardiola abbia avuto un’influenza importante sulla serie clamorosa di risultati ottenuti. Fortunato è un aggettivo che spesso è stato accostato anche ad Arrigo Sacchi: la buona sorte di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, accompagnata però dalla capacità di mettere a frutto quello che il destino ti ha dato. Il ‘Cul de Sac’ ci sarà anche stato, ma quante formazioni composte da calciatori strapagati e acclamati abbiamo visto sgonfiarsi alla prova del campo? Il Milan di Sacchi giocava, pressava, si imponeva allo stesso modo del Barcellona di Guardiola.
Se Pep sarà sicuramente vedremo del bel calcio, per i risultati occorrerà capire chi sarà con lui e quanto ‘Cul de Sac’ si porterà dietro.
Mirko Correggioli Twitter: Kikko_Corre