EDITORIALE MILAN JUVE 17 PUNTI – Facce distese e grandi sorrisi. La consapevolezza di aver compiuto una piccola impresa si legge sui volti dei protagonisti nel post-partita di Milan Juventus. Non solo loro, è tutto l’ambiente ad apparire disteso e rasserenato, lo staff rossonero al completo gongola e chi era presente ieri sera in zona mista a San Siro l’ha certamente percepito. C’è la fondata speranza che questa volta sia ‘quella volta’, la tanto attesa ‘volta buona’, quella con la ‘s’ davanti.
Battuta la corrazzata bianconera, quella che nelle ultime 51 gare di Serie A aveva perso una volta sola, guarda caso contro l’altra sponda di Milano. La Juventus è stata superata anche grazie alla buona sorte; perché di fortuna si parla quando un’azione così rapida porta arbitro e assistenti a vedere un tocco di braccio che non c’è ma che, vista la dinamica, poteva sembrare ci fosse. Casualità, dea bendata appunto, niente a che vedere con immagini di un recente passato riconducibili a sviste clamorose. La sintesi perfetta a riguardo l’ha regalata il capitano avversario, quel Buffon che ha con franchezza ammesso che “abbiamo perso perché abbiamo giocato una pessima partita, dopo il rigore c’erano altri 60 minuti e non li abbiamo sfruttati”. Chapeau Gigi!
Il Milan ha vinto sul piano del gioco, per una volta ha azzeccato l’approccio e non si è dovuto impegnare in rimonte disperate, ha preso in mano la situazione e ha condotto in porto la gara con insospettabile autorevolezza. Niente di trascendentale, la squadra di Conte non è stata presa a pallate, ma i rossoneri hanno creato di più e hanno ringhiato di più su ogni pallone.
Juve in crisi? Dopo lo stop di Torino con l’Inter i Campioni d’Italia hanno sprofondato a suon di gol Nordsjaelland e Pescara, hanno pareggiato con la Lazio dominandola e scontrandosi con un Marchetti in serata di grazia e si sono imposti con un pesante 3-0 nei confronti dei Campioni d’Europa. Juve stanca per via della Champions League? Ventiquattro ore di riposo in più rispetto al Milan e il vantaggio di non essere reduci da trasferte compensano abbondantemente la diversa caratura dell’avversario affrontato in settimana (non che l’Anderlecht sia una formazione di dopolavoristi, anzi…).
E allora, senza voler giungere a conclusioni affrettate, in conti non tornano: questo Milan non è da scudetto, forse non è nemmeno da podio in Serie A, ma quei 17 punti di differenza (prima di ieri sera) alzi la mano chi li ha percepiti guardando le squadre in campo. Quella che resta una stagione di transizione può e ora deve prendere un’altra piega: i fuoriclasse non ci sono più, ma la squadra resta di buon livello, tutto sta a rendersene conto. Riprendiamo le dichiarazioni di Capitan Montolivo e le facciamo allora nostre: “Abbiamo dimostrato che 17 punti non ci stavano”. Intanto ora sono 14, sempre troppi, ma ora è chiaro che di tempo se ne è già perso abbastanza.
Mirko Correggioli Twitter: Kikko_Corre