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Quattro risultati utili consecutivi. Non c’è da spellarsi le mani dagli applausi, ma, rispetto ai risultati di inizio stagione, qualcosa sta migliorando. Genoa (vittoria), Palermo (pareggio), Chievo (vittoria) e Malaga (pareggio): per una squadra alle prese con mille fantasmi, avere eliminato la voce sconfitta dal tabellino è già molto positivo. Con i punti conquistati in queste quattro partite poi, il Milan è in seconda posizione in Champions, e si è avvicinata alla zona europea in campionato. In Coppa Campioni, il punto di vantaggio sull’Anderlecht permette di andare in Belgio consapevoli di essere artefici del proprio destino. Ma, cosa è cambiato nelle ultime quattro partite? Molte cose. In una squadra smembrata di tutti i leader in una sola estate, è faticoso individuare nuovi condottieri. Anche perché l’età media si è abbassata considerevolmente. Ora, però, piano piano stanno iniziando a emergere le individualità. Che non saranno forti come quelle di Ibra, Nesta e Gattuso, ma sono comunque fondamentali per ricostruire l’ossatura della squadra. Nell’ultimo mese ha preso forma la nuova spina dorsale. Alla base c’è Bonera, difensore troppo spesso sottovalutato, che pur in grandi difficoltà di reparto ha dimostrato di poter prendere per mano sia la difesa a quattro, sia quella nuova a tre. Più avanti c’è Montolivo: dopo un avvio molto (forse troppo) complicato, l’ex viola sta tirando fuori personalità, grinta e idee. In avanti, in una colonna vertebrale tutta italiana che al vertice devia un po’ a sinistra, c’è ovviamente El Shaarawy, autore di gran parte dei gol rossoneri in questa stagione. In realtà è l’intera trequarti a essere la nota più lieta di questo Milan che prova a ripartire: Bojan è sbocciato da quando è stato sistemato centralmente ed Emanuelson sta garantendo un rendimento più che buono grazie a una continuità mai avuta prima in rossonero. Se è vero che i risultati positivi ne chiamano altri, allora il Milan è sulla strada buona. L’approccio alle partite nelle ultime settimane è cambiato. Le rimonte di Palermo e in Champions, contro una squadra di qualità e buone individualità, significa capacità di reagire. Tatticamente, il 4-2-3-1 sta piacendo a tutti i diretti interessati, che lo giudicano il più equilibrato. E così arrivano anche i gol: ora i rossoneri andati a rete sono diventati sette, un mese fa erano soltanto tre. Tutto questo praticamente senza l’apporto, o quasi, di Pato, Robinho e Boateng. Quando «torneranno» anche loro, che sono poi i top player di questo Milan, la remuntada magari si completerà davvero.
Elmar Bergonzini-www.Milanlive.it