EDITORIALE MILAN GUARDIOLA – Guardiola sì, Guardiola no? La progressiva ripresa del Milan di Allegri ha allontanato le voci sui possibili sostituti per la stagione in corso, ma resta viva più che mai la pista che porta all’ex Barcellona per il 2012-13. Il Presidente e i tifosi sognano, l’entourage dello spagnolo non fa niente per smentire, e quindi.. quale Milan per Pep?
Pochi cross dal fondo, bandite le palle buttate in avanti per la sponda del centravanti, ecco che servono giocatori tecnici, giovani, rapidi, disposti a lavorare per la squadra e cimentarsi in più ruoli.
Parte inevitabilmente con molti mesi di anticipo il ‘totobocciati’: prevedibilissimo l’accantonamento di Giampaolo Pazzini, che davvero poco si potrebbe integrare con la nuova filosofia; difficile immaginare un Flamini in un centrocampo ‘alla catalana’, a rischio in questo senso anche De Jong: davanti alla difesa Guardiola vuole una sorta di stopper (Busquets, Keita, Mascherano, tanto per intenderci) ma con un minimo di qualità nei piedi e di capacità di inserimento, identikit perfetto di Massimo Ambrosini, anche se va valutata la volontà di puntare su un classe ’77. Il ‘sacrificato’ d’eccellenza potrebbe essere Kevin Prince Boateng, sia per la possibilità di fare cassa con una sua cessione (forte l’interesse del Bayern di Monaco), sia per le caratteristiche del ghanese, più propenso a giocare di sciabola che di fioretto.
Chi resta? Scommessa numero uno Alexandre Pato, prima punta capace di svariare su tutto il fronte e, all’occorrenza, di agire sull’esterno per togliere punti di riferimento all’avversario; si dice che il brasiliano sia una delle carte migliori da giocare per convincere Guardiola a trasferirsi a Milano: determinante sarà quindi capire da qui a giugno quale tenuta fisica dimostrerà il numero nove. Poi? Il 4-3-3 esalterebbe più di tutti El Shaarawy, il vero trascinatore di questo Milan, che da attaccante esterno ha sempre dato il meglio. L’ultima pedina del reparto avanzato è già in casa, quel Bojan Krkic che tornerebbe al passato e che, nonostante qualche dichiarazione ‘di fuoco’ rilasciata nel suo periodo giallorosso riguardo al suo vecchio allenatore, ultimamente ha di molto smorzato i toni, forse per non farsi trovare impreparato; servono 15 milioni per il riscatto, magari monetizzando con Robinho al Santos.
Come abbiamo visto in attacco non serve tantissimo, a parte qualche alternativa. I problemi la rosa oggi a disposizione di Allegri li ha di più sulla mediana. Servono quattro interni di qualità (due titolari e due sostituiti): ok Montolivo, da valutare Emanuelson, che potrebbe anche riciclarsi come terzino sinistro, con le dovute proporzioni un Dani Alves sulla fascia opposta. Qui occorrerà (od occorrerebbe, fate voi) fare ricorso al mercato per accaparrarsi almeno un paio di centrocampisti giovani e bravi, con la consapevolezza che Xavi e Iniesta non te li regala nessuno. Pescare proprio in casa Barça? Thiago Alcantara costa tantissimo ma ancora (complice anche qualche guaio fisico) non si è affermato, chissà che non voglia cimentarsi in una realtà nuova, con maggiori possibilità di giocare con continuità e sotto la guida del suo maestro? Un prestito non è totalmente da escludere.
In difesa De Sciglio ha ottime chance e come detto non è da escludere Emanuelson terzino. Antonini non lo vediamo benissimo, più probabili, anche se non scontate, le conferme di Abate e Costant. In mezzo, a prescindere dall’allenatore, qualcosa va fatto, visto che oltre a Bonera (che tra l’altro è da anni soggetto a facili infortuni) nessun centrale ha finora convinto. Se si insiste sulla linea verde rispunta con prepotenza il nome di Yanga-Mbiwa del Montpellier, promesso sposo già da luglio.
Milan catalano già bello che fatto? Le nostre sono solo ipotesi, per iniziare a ragionare sulle certezze manca il tassello più importante, il sì di Pep.
Mirko Correggioli – Milanlive.it