MILAN MONTECALVO ALLEGRI SOCIETA’ – Un ennesimo pareggio, quello maturato ieri sera nella trasferta palermitana, che non può soddisfare assolutamente né i tifosi rossoneri, né la dirigenza rossonera che medita ancora dei cambi nell’area tecnica. In merito al tormentato momento del Milan, la redazione di MilanLive ha sentito in esclusiva Fabio Montecalvo, presidente della FM Communications, azienda che lavora nel campo del marketing internazionale e di consulenza verso alcune società come Mediaset e Real Madrid, che ci ha detto la sua su molti argomenti caldi di casa Milan:
Partiamo dal momento negativo del Milan. Che idea si è fatto lei sulle responsabilità di questa crisi: colpe del tecnico, colpe dei giocatori, della dirigenza, colpe condivise?
Credo che in un club importante e storico come quello del Milan, sia quando si vince che quando si perde, ci si debba ripartire onori e responsabilità. Nella fattispecie rossonera, per quanto il momento del campionato evidenzi, credo che la responsabilità maggiore sia da attribuire alla dirigenza che non ha effettuato una campagna in entrata, proporzionale alle cessioni sviluppatesi nella sessione estiva del calciomercato, gravata dai contratti in scadenza da parte dell’élite di alcuni calciatori rossoneri e dalle nuove mete scelte da altrettanti senatori. Quindi, parliamo, non di uno o due calciatori, ma di un blocco di primissimo livello di 7/8 che non ci sono più. L’unica parte incolpevole, a mio avviso, è quella del presidente Berlusconi che per anni ha creato una macchina da gol, vincendo in Italia, in Europa e nel mondo e che ad un certo momento abbia dovuto chiudere i rubinetti, cercando di far lievitare il cashflow della SpA Milan con due cessioni importanti e relativo risparmio sugli ingaggi. Più manager di cosi… Poi il mercato lo fa Galliani, lo fa Braida con l’ausilio (gioco di parole..) di una serie di consulenti di mercato. Tutti dirigenti super esperti, per carità, ma di contro poco incisivi nel rimpiazzare lo squadrone milanista. Poi ovviamente una fetta di responsabilità va a cadere anche sul tecnico Allegri, che proprio in sede di calciomercato doveva far sentire, forse maggiormente, il suo peso, il suo spessore, calcando la mano in merito a richieste circa qualche innesto importante perché da tecnico esperto qual è era assolutamente cosciente e consapevole di quanto il Milan fosse molto meno competitivo rispetto alle altre big. Poi dal punto di vista tecnico non son io che posso fare analisi perché ognuno conosce la propria professione. Magari una mia modesta considerazione è che magari, una sua responsabilità sia stata quella di far sentire inadeguati giocatori come Abate e Antonini che, nella linea difensiva, hanno il peso di sostituire Thiago o che la regia della stessa difesa sia affidata a un modesto De Jong. Tutto però torna alla fonte, ovvero che il Milan doveva farsi valere di più durante il mercato. Di contro, Allegri è una persona per benissimo e direi che è un allenatore anche con una certa personalità, diversamente, un altro al suo posto si sarebbe già dimesso. Non farlo è un valore aggiunto alla propria professionalità perché sei l’allenatore del Milan, e al Milan, solitamente, si lavora per vincere.
Tanto si parla di un avvicendamento in panchina per il Milan: tanti nomi si fanno anche se il più caldo pare quello di Mauro Tassotti. Cosa ci può svelare?
Secondo me, in questo momento un cambio di panchina non sarebbe la soluzione ideale. Bisogna che il Milan faccia gruppo, che si tirino fuori le motivazioni giuste e che si raggiungano gli obiettivi, step by step. I grandi club non esonerano gli allenatori. Pensiamo ai Milan dei longevi, di Sacchi e Capello o alle Juventus di Trapattoni e Lippi. Corsi e ricorsi storici, certo. Ora servono concentrazione, risultati e grande lavoro e sicuramente bisogna che il Milan torni sul mercato di riparazione di gennaio. Nella peggiore delle ipotesi affiderei la squadra al tandem Tassotti-Gattuso, due grandi nomi della storia rossonera.
Oggi si parla anche di nuove cessioni illustri a gennaio e penso a Robinho, Boateng e Pato. Cosa c’è di vero?
Si…ma pare arrivino Gullit, Rijkaard e Van Basten… Credo e spero, per loro, si tratti solo di chiacchiere da Bar dello Sport..
Cosa ci sa dire infine sul possibile cambio della guardia alla presidenza? C’è la reale possibilità di una cessione societaria?
Come ho avuto modo di dire ad altri microfoni, e come ovviamente tutti gli appassionati di calcio sanno, il Milan è Silvio Berlusconi e Silvio Berlusconi è il Milan. Ovviamente gli scenari azionari delle società calcistiche possono subire delle variazioni mirate a rendere i club più competitivi dal punto di vista finanziario grazie all’ingresso di nuovi partner. Nello specifico, non conosco le strategie che intenderà adottare la proprietà del Milan. Di certo so che non c’è mai stato, finora, un ordine del giorno targato CdA rossonero in cui si è disquisito circa la cessione eventuale di quote azionarie. Poi in Italia siamo i numeri uno nel formulare previsioni futuristiche finanziarie, positive o negative che siano, su quel gruppo o su quell’imprenditore con la presunzione di individuarne scenari futuri. Berlusconi conosce il mondo e se valuta o sta valutando l’ingresso di soci stranieri nell’azionariato milanista, che ben venga per migliorare lo stato di salute della società rossonera. Non sarebbe un segno di debolezza dell’ex premier, come magari i maligni tuttologi vorrebbero. Sarebbe, invece, un segnale di evoluzione e internazionalizzazione della compagine di via Turati. Ingresso di nuovi soci, tra l’altro, per rimanere nel tema della domanda, non significa cambio di guardia della presidenza, ma nuove forze nel capitale sociale.
Possibile anche un ruolo da presidente per Barbara Berlusconi?
Questa è una domanda che dovrebbe rivolgere al consiglio di amministrazione del Milan, dove Barbara già siede, cosi come in quello di Fininvest. Progressivamnte, con il passare del tempo, dopo aver acquisito ogni trucco del mestiere di un mondo cosi vasto e complesso complesso quale è quello del calcio, perché no, potrà rappresentare un avvicendamento moderno nel segno della tradizione familiare.
Mauro Piro – www.milanlive.it