CALCIOMERCATO MILAN INTER JUSTICE OPOKU / Se non è guerra, allora è guerra fredda. La differenza è tanta ma anche poca, e sta tutta in un aggettivo. Adesso si vocifera a proposito di un recentissimo gentlemen-agreement tra Milan e Inter, ma il giallo relativo al 14enne Justice Opoku, attaccante in forza ai nerazzurri pronto per affrontare la prossima categoria Allievi nazionali, è risolto soltanto in parte. In primis, perché questo presunto gentlemen-agreement tra i responsabili dei settori giovanili milanesi in realtà è un accordo morale sulla parola che esiste da sempre; in seconda istanza perché esistono fior di eccezioni che confermano la regola. Anche soltanto negli ultimi 5 anni. Eppure, stando alle ultimissime, l’Inter sarebbe riuscita nell’intento di far desistere i cugini rossoneri dall’offensiva sferrata su quello che viene considerato il perfetto mix tra Balotelli e Eto’o: Opoku al momento avrebbe declinato le avance del Milan, ma con l’Inter non è ancora tutto rose e fiori per parlare di permanenza assicurata. Di Justice Opoku la grande critica conosce ben poco. Si tratta di un giovane calciatore ghanese classe 1998, dalle movenze leggiadre e dallo spunto imprevedibile. Forte fisicamente quel che basta per far la differenza anche contro avversari più anziani anche di 2 anni e tremendamente abile sottoporta. Un repertorio a dir poco completo che non può non ingolosire quel Milan, che meno di una settimana fa ha letteralmente tolto dalle mani nerazzurre il fenomenale fantasista 14enne Mastour, prelevato dalla Reggiana con un blitz degno dell’Ariedo Braida dei vecchi tempi. Quello stesso Milan che non meno di 48 ore fa sentiva di poter far proprio Opoku (pronto un precontratto da professionista) e che oggi valuta la proposta di “deposizione delle armi” giunta direttamente da via Durini e dintorni. L’ago della bilancia è dunque il Milan. Cosa fare? Accettare l’invito nerazzurro, rinunciare a Justice Opoku ed eventuali altre intriganti idee nel segno di una tacita non belligeranza che negli ambienti milanesi fa fine e non impegna? Oppure puntare dritti all’obiettivo anche a rischio di andare alla rottura nei rapporti cittadini? Il rebus verrà presto sciolto, anche e soprattutto dopo aver consultato Adriano Galliani. E si parlava prima di Braida non a caso, visto che lo storico direttore sportivo rossonero è tornato anche a occuparsi di settore giovanile in prima persona a discapito del ruolo ricoperto fin qui dal più compassato Filippo Galli. La strategia è di quelle “aggressive”, non molto diversa da quella adottata dall’Inter nel recente passato visti i sostanziosi budget a disposizione. Derby o non derby, ci sarà da divertirsi…
Fabio Alberti – www.milanlive.it