MILAN MARKETING RISTORANTE ARABIA / In assenza di uno stadio di proprietà che faccia da traino, il Milan va a caccia di nuove frontiere commerciali per aumentare il fatturato e ridurre il gap europeo. Aprirsi al mondo è il mantra rossonero, cercando di diversificare l’offerta. Un esempio su tutti: il franchising si aprirà a nuove categorie. Non i classici store ma qualcosa più legato al made in Italy: nel giro di un anno dovrebbe essere inaugurato in Arabia Saudita un caffè o un ristorante col marchio Milan facendolo diventare un luogo di aggregazione per i giovani. I paesi del Golfo, grazie all’apripista Emirates Airlines main sponsor, e l’India, con cui è in ballo un progetto inedito, sono le frontiere su cui ci si focalizzerà nei prossimi mesi. E presto sarà lanciata anche all’estero la carta «Cuore rossonero», che farà servizi su misura per i tifosi. Per acchiappare supporter in giro per il mondo, sin dalla tenera età, si continuerà a lavorare sul progetto junior, che già coinvolge 35 mila bambini in oltre 40 paesi tra scuole calcio, camp e academy. «All’estero — ammette Laura Masi, direttore marketing del Milan — soffriamo l’handicap della lingua rispetto ai concorrenti inglesi e spagnoli. Ma col progetto junior riusciamo a parlare una lingua universale, quella del campo. Si rafforzerà la nostra presenza nei new media. Siamo stati i pionieri sui social network in Italia e attualmente siamo al sesto posto mondiale tra le società sportive su Facebook con 10,8 milioni di fan». Dal virtuale al reale. Il prodotto ufficiale più venduto — per grandi e piccini — resta la maglia di Boateng, mentre per l’inizio della stagione aprirà il quarto negozio di Milano, al Globo, dopo i buoni risultati del mega store di Corso Vittorio Emanuele II, che ha superato i 3 milioni di ricavi.
Fabio Alberti – www.milanlive.it