Era il 9 Settembre 2001. Come sfidante c’era la Fiorentina. Il match, finito 5-2 con la vittoria del Milan, fu firmato dal nuovo acquisto Filippo Inzaghi, per la prima volta in rete con indosso i colori rossoneri dopo l’addio alla Juventus.
Da allora sono passati ben 10 anni e 8 mesi, 300 presenze e 126 reti: undici anni nei quali la tifoseria rossonera non ha smesso per un solo istante di gridare al cielo il suo nome. Un attaccante straordinario, ma prima di tutto un uomo con qualità uniche. Tanto abile sotto porta quanto corretto nell’accettare le numerose esclusioni (sopratutto negli ultimi anni) che l’hanno tenuto lontano dal suo habitat naturale più di quanto non sperasse. Una squadra, quella rossonera, che negli anni è diventata molto più di una semplice società per la quale prestare il proprio contributo. Super Pippo è diventato membro fondamentale di questa grande famiglia, che ieri pomeriggio ha visto perdere (almeno per ora), alcune delle sue colonne portanti.
Lacrime di un addio che in cuor suo non avrebbe mai e poi mai voluto vivere, ma che tuttavia è avvenuto nella maniera che ogni tifoso sperava. Il gol dell’addio che ha saldato il cerchio di Pippo con il Milan. L’ennesimo sogno realizzato da una carriera gloriosa, cosparsa di trofei e record personali.
Raccontare il momento del gol di Inzaghi è qualcosa di incredibilmente emozionante, da pelle d’oca, da Atene 2007. Entrato a mezz’ora dal termine, sul risultato di 1-1, sono bastati pochi minuti per coronare il sogno. Da quando Super Pippo ha stoppato il passaggio con il contagocce di Seedorf, lo scorrere del tempo si è magicamente e bruscamente rallentato; un attimo nel quale sono trascorsi davanti agli occhi dei tifosi tutti i momenti più importanti della sua carriera in rossonero. Una carrellata di emozioni tra cui gioia, dolore, rammarico e tanta, tantissima passione. La passione di chi del calcio ha fatto una ragione di vita. E poi quel destro ad insaccare in rete, a piazzare ancora una volta la sfera là, in fondo alla porta. Un esplosione di gioia che manda in lacrime compagni e tifoseria. Un emozione unica, che da la forza a quel giovanotto 39enne di correre là, sotto i suoi tifosi, abbracciato da tutta la squadra (panchina compresa), quasi a voler condividere insieme a lui la sua più grande emozione. Ma quel che si scorge negli occhi di Pippo non è la solita gioia e grinta dopo il gol, bensì tanto rammarico, una presa di coscienza che gli urla in testa “non potrai più correre per la tua squadra, per i tuoi tifosi, per la tua passione, non vivrai più nulla di tutto ciò“, perché dentro di se c’è ancora quel ragazzino che a 18 anni appena compiuti, nel 28 agosto 1991, esordì con la maglia del Piacenza nel calcio professionistico. Perché la mente di Pippo è ancora pronta a vivere altri momenti fantastici, come quello di ieri pomeriggio.
Arrivati a questo punto non resta che dirti grazie, per tutto quello che hai regalato a questa maglia, per i tuoi record personali, per la serietà e la professionalità che ti hanno da sempre contraddistinto e che ti hanno portato oggi, a 39 anni, ancora in forma smagliante. Una fiaba che si conclude nel migliore dei modi, una fiaba che da oggi diventa leggenda. Una leggenda chiamata Filippo Inzaghi.
Fabio Alberti – www.milanlive.it