SENATORI – Aria piena di commozione era quella che domenica ha aleggiato su San Siro per 90 minuti. Più che una partita sono andati in onda i titoli di coda di un’avventura che termina solo a livello calcistico, con protagonisti uomini veri che per anni hanno versato sangue e sudore per amore della maglia rossonera. Rino Gattuso, Sandro Nesta, Clarence Seedorf e Pippo Inzaghi hanno rappresentato per il Milan tutto ciò che con le parole e con i gesti non può essere descritto, ma che può solamente essere vissuto in un club grande come il Milan. Cose che insomma non capita di vedere tutti i giorni, come Ringhio che inizia a commuoversi prima ancora che l’arbitro fischi l’inizio o Seedorf che, con la collaborazione del dio pallone, costruisce il gol di Super Pippo Inzaghi che alla sua 300esima in rossonero timbra a modo suo la rete che lo regalerà di diritto alla storia milanista. Un mix di storia più o meno recente e magia, commozione e fierezza che solo nella San Siro rossonera si può respirare, come l’urlo strozzato al gol del 2-1, che vorrebbe esplodere di gioia per un campione come Inzaghi(che quel gol lo ha cercato e meritato, perchè gente come lui è il calcio), ma che rimane pacato in gola, trattenuto dalla tristezza e dalla consapevolezza del fatto che per l’ultima volta si potrà inneggiare il mitico coro “Hoi hoi hoi Pippo Inzaghi segna per noi”. Ci sarà un motivo daltronde se duri come Van Bommel o Zambrotta, che di addii ne hanno annunciati, lasciano da parte l’orgoglio scoppiando a piangere come bambini, assieme a tutto lo staff, agli 80mila del Meazza ed all’anima Rino Gattuso, visibilmente emozionato dopo 13 anni ed infiniti chilometri percorsi sull’erbetta milanese, alla sola idea di dover salutare per sempre la Sud, almeno come giocatore, simbolo e bandiera del diavolo. Ed è per questi motivi che chi il Milan non ce l’ha nell’anima non può capire quanto bello sia stato e quanto male abbia fatto questo addio, che tuttavia rafforza(ammesso che ce ne fosse ancora bisogno) il legame tra la squadra ed i tifosi, un legame che non vede la sua fine, ma che rappresenta il prosieguo di una storia destinata a durare per sempre, perchè il Milan non è una squadra, ma è qualcosa di più, qualcosa che si vive, una fede marchiata a fuoco sul cuore o più semplicemente, come spero che abbiate intuito, qualcosa che non si può spiegare nè con le parole nè con i fatti…Grazie Campioni!
Samuel Sanapo – Milanlive.it