Milan-Novara 2-1: l’ultimo magnifico Pippo Inzaghi. Un gol per vivere un sogno all’infinito

MILAN-NOVARA 2-1 – Non è stata una partita, è un ricordo di qualcosa che, purtroppo, come tutte le storie, finisce e quando ad aver scritto le pagine più belle di questa grande avventura sono uomini straordinari non si può far altro che piangere sapendo che, in ogni caso, il futuro ha ancora molto da dire. Sono lacrime che scorrono sui volti dei presenti alla stadio. Lacrime dei giornalisti che quei grandi li hanno seguiti fino a questo momento, fino alla fine di un ciclo che ha fatto la storia e che, ahimé, non tornerà indietro. Lacrime  di tristezza e sconforto, di delusione e insicurezza verso un futuro non ancora ben delineato. Bisogna vivere il momento sapendo che la fine non esiste, è solo l’inizio di un seguito glorioso, degno di questi grandi eroi, conforme all’essere vincente di uomini simbolo di quel Milan che ha vinto tutto grazie a loro. Commentare questo match è difficile, le menti sono altrove: poco campo, tanti pensieri e il Novara prova a dire la sua con un gol in fuorigioco al 5′ del primo tempo. La concentrazione non è del Milan di quest’oggi, com’è naturale che sia, purtroppo. Al 9′ minuti Gattuso cerca il gol dopo un bel fraseggio tra Ibrahimovic e Cassano ma il pallone schizza alto sopra la traversa, sarebbe piaciuto vederlo segnare ancora. Un infortunio di Boateng alla caviglia destra, dopo pochi minuti dall’inizio della partita, obbliga Allegri a sostituirlo con Flamini e, in panchina, gli ormai ex tremano, tutti aspettano solo la fine di questa partita per vedere in campo Nesta e Inzaghi, per piangere ancora e farlo con loro, all’ultima presenza in rossonero. Ibrahimovic deve essersi sentito, per la prima volta, poco considerato: non è stato il centro dell’attenzione di nessuno e questo ha determinato una prestazione ancor più sottotono rispetto alle peggiori apparizioni di questa stagione; gli sarebbero bastati tre gol per passare alla storia ma la motivazione, evidentemente, non era così forte nonostante qualche coro improvvisato della Curva Sud abbia provato a incitarlo. Rimproveri perduranti di Cassano nei confronti di Mesbah, in effetti un terzino che sbaglia tutti i cross non si è mai visto e non si dovrebbe vedere. In un pomeriggio già di per sé triste la tristezza aumenta con il gol di Garcia che sblocca la partita in favore del Novara, c’è da dire che i rossoneri non hanno giocato a calcio limitandosi a passeggiare nel campo con cuore e testa altrove, sicuramente non a San Siro. I ragazzi si sono un po’ attivati solo dopo l’1-0 degli avversari ma il gioco non è parso avere ne capo ne coda e in un giorno triste e malinconico come questo sarebbe stato auspicabile vedere qualcosa di diverso da parte di tutti, ex e nuove leve perché, ricordiamo, il Milan della prossima stagione dovrà sicuramente fare affidamento su alcuni elementi che, in quest’occasione come in altre, hanno dimostrato di non essere giocatori da San Siro. Buone iniziative solo da parte di Antonio Cassano, futuro n°10 meritatamente, il centrocampo fa affidamento solo sulla grinta di Gattuso, a ogni sua giocata lo stadio impazzisce ancora. Difesa in netta difficoltà con un Mexes fuori fase e Yepes, sicuro del contratto fino al 2013, non ha portato in campo quello che ci saremmo aspettati dal primo rinnovo di quest’anno. E’ sembrata davvero la partita delle ex glorie, lo dico con rispetto ed estrema riconoscenza nei loro confronti, in ogni caso sentire lo stadio che fischia nel corso dell’ultima di campionato, dell’ultima partita di molte bandiere rossonere non è assolutamente rassicurante per il futuro. E’ bastato che Pippo si alzasse dalla panchina per scatenare lo stadio, l’hanno chiamato a gran voce fin dall’inizio, un grande campione come lui non verrà mai dimenticato, in attesa che un degno erede prenda il suo posto e si imponga con la stessa determinazione e lo stesso carisma.. non sarà facile.. All’11’ del secondo tempo, finalmente, qualcosa si sblocca e con un assist perfetto del solito Cassano è proprio il dimenticato Flamini a segnare il pareggio, questo era esattamente quello che ci voleva in un pomeriggio simile. Da questo momento in poi il dinamismo di squadra ha subito una svolta drastica e il Novara non ha più trovato agio d’azione. Si sono accorti di essere in partita e di avere bisogno di altri tre punti per raggiungere gli 80 stagionali, si sono accorti di essere a San Siro a giocarsi ancora qualcosa di importante: l’onore. E finalmente arriva il suo momento, che tutti tanto aspettavamo ma… meglio tardi che mai. Esce Antonio Cassano per lasciare il posto a Filippo Inzaghi. Il boato dello stadio non ha bisogno di parole, l’emblema dell’uomo vincente, l’emblema degli ultimi dieci anni di Milan. Non resta che vederlo segnare ancora: un bellissimo sogno. Tutti corrono per lui, i compagni, anche gli spalti lo spingono a segnare ancora, per l’ultima volta ma la squadra di Tesser non molla e insiste, cercherebbe il vantaggio, non lo trova e intanto sul cronometro scorrono gli ultimi minuti dei nostri grandi campioni. Al 35′ esce Aquilani per lasciare il posto ad Alessandro Nesta, un altro grande che lascia il Milan nonostante le belle prestazioni della stagione. Il sogno si avvera, al 38′ Pippo segna un gol meraviglioso, non tanto per il vantaggio quanto per il delirio scatenato, per la dimostrazione di quanto sia stato e sia ancora grande. Una conclusione magnifica di una vita calcistica meravigliosa. Ha il gol nel sangue, trovo che tutto questo sia incredibile.

Non è stata una partita perfetta sul piano tecnico, non soffermiamoci sui “dettagli”, per una volta andiamo oltre e guardiamo il significato profondo insito in questo 13 maggio. Una squadra di ex ha vinto ancora, una squadra solidale, coagulata, vincente a tutti gli effetti sia in campo che fuori. Il loro Milan era ed è IL MILAN. Il gol di Pippo è stato il giusto coronamento di questi ultimi 15 anni di storia segnati da momenti di gloria e da sconforto e sconfitte, non importa, si può vincere, si può perdere ma bisogna lottare sempre e farlo con gli uomini giusti: loro lo sono stati fino alla fine.

Un gol per vivere un sogno all’infinito.

Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it

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