MILAN JUVENTUS SCUDETTO SERIE A / Dopo aver arato in profondità, dopo aver seminato con cura, il contadino Antonio Conte si appresta a vivere il momento più bello: quello del raccolto. L’aver seguito con amore e sudore per tutti questi mesi il proprio orto bianconero, ricevuto in disuso e ricco più che altro di erbacce, rende ancora più piacevole questa sua ricca e calda primavera juventina.
Il tecnico della Juventus è dovuto restare a lungo con la schiena china per riuscire a trasformare una realtà ereditata in condizioni disastrate come lui stesso ricorda spesso, citando gli ultimi due settimi posti. Posizione che l’anno scorso è coincisa con la Juventus fuori dall’Europa, anche quella a cui si accede solo dalla porta di servizio. Così Conte, a Bardonecchia, sotto il sole di luglio, si è messo a lavorare puntando innanzitutto a dare un’anima e un gioco a un gruppo profondamente rinnovato e provato per la pessima annata conclusa. Grazie ai primi risultati il tecnico ha incassato il primo step: riprendersi il rispetto degli avversari e l’orgoglio dei propri tifosi. Un’operazione strutturale, agevolata nella tempistica dalla imbattibilità che sta proseguendo ininterrottamente per una striscia che si accinge a battere ogni record: siamo a 32 in campionato più quattro gare in coppa Italia.
Un cammino semplicemente fantastico che permette già ora, a sei giornate dalla fine del campionato, di mettere a fuoco obiettivi prestigiosi. In primis la finale di coppa Italia che si disputerà il 20 maggio a Roma contro il Napoli, una gara secca giunta dopo l’eliminazione ai supplementari ai danni del Milan dopo un doppio confronto entusiasmante. Ma c’è molto altro. Ad esempio il fatto di essersi accapparati, di fatto, già ora la possibilità di tornare in Europa nella prossima stagione. E non l’Europa League, bensì la Champions League, che potrà diventare certa già domenica se la Juventus batterà il Cesena al Manuzzi. Mica male assicurarsi il posto con tanto margine di vantaggio anche perché consentirebbe di muoversi sul mercato con un anticipo che permetterebbe di bruciare la concorrenza e magari limare i prezzi di calciatori dal cartellino molto pesante. Se non un miracolo, quasi, visto che l’anno scorso, a sei giornate dalla fine, la Juventus di Luigi Del Neri aveva incamerato 17 punti in meno!
A proposito di traguardi da tagliare, quello più importante è ovviamente legato allo scudetto che vede il testa a testa tra Juventus e Milan con i bianconeri che godono di un punto di vantaggio oltre al fatto di poter cucirsi il tricolore nel caso in cui si chiudesse la stagione appaiati grazie alla miglior situazione nei confronti diretti. Un punticino è ancora poco per rilassarsi ma la statistica è dalla parte della Juve. Nella serie A da tre punti, solo in tre occasioni si è arrivato a sei turni dalla fine con il minimo distacco e in due occasioni vinse chi stava davanti. Guarda caso c’era proprio la Juve che nel 1998 ebbe ragione dell’Inter mentre nel 2005 fece capitolare il Milan che a questo punto del campionato aveva addirittura i medesimi punti della Juve.
Chiaro comunque che questo volatone finale tra Juve e Milan rischia di decidersi all’ultima giornata che si giocherà, tra l’altro, di sera. Da qui al 13 maggio, a parità di motivazioni, faranno la differenza la condizione fisica e quella psicologica oltre alla difficoltà del calendario. Se questa ultima voce vede leggermente favoriti i rossoneri, le prime due registrano, a compensare, una situazione migliore per i bianconeri anche se Allegri sta per recuperare pedine importanti. Dunque massimo equilibrio per un testa a testa entusiasmante dove le sorprese possono spuntare all’improvviso quando uno meno se lo aspetta. La vittoria della Fiorentina a San Siro è un monito per la Juve che domenica gioca a Cesena. Le trappole scudetto possono scattare quando uno meno se lo aspetta.
Fabio Alberti – www.milanlive.it