CHIEVO-MILAN 0-1 – Un unico risultato utile. Sapere di dover vincere per tenere aperto il campionato è sicuramente la più grande motivazione che il Milan potesse avere per affrontare questa partita ma dopo 28 secondo il Chievo inizia a farsi vedere. Non è impossibile accorgersi quanta difficoltà abbiano i rossoneri con una formazione del genere. Una sfida così importante non era di certo il momento migliore per azzardare un debutto ma De Sciglio è l’unica carta giocabile sulla fascia e, per fortuna, l’impatto del Bentegodi non è nemmeno paragonabile a quello di San Siro: può gasarti o distruggerti per sempre. Il n° 52 sembra serafico, anche nei passaggi ma, quanto meno, ce la mette tutta; se miracolosamente vincessero lo scudetto nel mucchio ci sarebbe anche lui: bella soddisfazione per un esordiente classe 1992, come il già noto Faraone. Guardare questa partita e rendersi conto di quanto sia importante “l’ordine” in campo è un tutt’uno: non c’è dialogo, non c’è compattezza, non c’è intuizione, solo istinto e speranza, d’altra parte, per il Milan, c’è un bagliore: la pioggia che finora ha sempre portato fortuna, infatti, Muntari, al 9′, calcia di sinistro dai 30 mt e beffa Sorrentino. Detto questo il disordine fa da padrone, bisogna riconoscerlo; non è possibile farsi mettere in difficoltà dal Chievo soprattutto considerando il 4-0 dell’andata. Ibrahimovic è in condizioni pressoché pietose: non corre, non ha intuizioni, continua a non saltare l’uomo, anzi perde costantemente il pallone e non prova nemmeno a recuperarlo, meno male che Nocerino tendenzialmente non perde un colpo, affiancato da un buon Gattuso e da un Muntari parzialmente ispirato; Seedorf in compenso non mi pare perfettamente in partita e lo stesso vale per Robinho il quale non comprendo come possa essere sempre schierato titolare soprattutto in un momento in cui sembra essersi perso nei meandri del Purgatorio, speriamo trovi redenzione. Sul gol in fuorigioco di Paloschi, passatamela, ci è andata davvero bene, mi sento male guardando un Milan in queste condizioni che continua a rischiare di subire il pareggio, che gioca prevalentemente nella propria metà campo, che soffre anziché pressare, che rimane chiuso, non riesce a distendersi mai e soprattutto gioca senza attacco e mi domando ancora una volta perché El Shaarawy sia in panchina e non in campo. In compenso il Chievo non molla e il Milan inizia a patire le pene dell’inferno. Non è tutta colpa loro purtroppo ma è un dato di fatto che anche la squadra di Di Carlo riesca a mantenere un possesso palla nettamente superiore rispetto ai rossoneri: tutto questo non ha senso, è troppo difficile da accettare; anche una vittoria – vissuta in queste condizioni – tutto fa tranne che quietare gli animi. Si sente tantissimo la mancanza di Van Bommel e di Thiago Silva, il centrocampo e la difesa senza di loro sono inguardabili; non c’è un regista che sappia dettare legge e dirigere il gioco, ognuno va per la sua strada e segue un ragionamento personale. Sono brutti da vedere ma il primo tempo si chiude sullo 0-1. Dall’inizio del secondo tempo mi sarei aspettata qualcosina di più invece le cose proseguono nella stessa identica maniera: perdono palla al secondo passaggio e si fanno anticipare, Robinho ha la flemma di un bradipo e l’intuizione di un ghiro in letargo, Seedorf in compenso gioca il calcio spettacolo dei passaggetti in area e non tira mai concedendo il contropiede al Chievo che, ordinatamente, mette il Milan in seria difficoltà. Quanti palloni buttati, quanti palloni sprecati, traversoni inutili, passaggi inventati male e conclusi ancora peggio, inserimenti mai ponderati e di conseguenza non arrivano mai palloni giocabili: possibile che il Chievo sia cresciuto in cotale maniera? Più facile e realistico accettare che un Milan in queste condizioni non sia effettivamente la squadra più forte – non me ne vogliate, è un dato di fatto ma non è ancora detta l’ultima parola. Gattuso, costretto a uscire dal campo per un problema al polpaccio, lascia il posto al Faraone; Seedorf arretra e El Shaarawy può muoversi liberamente in attacco, anche perché gli altri due è come se non ci fossero. Finalmente anche Robinho abbandona il campo per lasciare il posto a Emanuelson: avanza il 92. Le cose cambiano poco ma per lo meno abbiamo un giocatore in attacco che difende con personalità e prova a pressare con insistenza, lo farebbe anche di più se fosse assistito da una squadra e non da 10 singoli privi di regole. Ultimo cambio: fuori Seedorf per Strasser, è l’apoteosi degli “zero minuti”. (3 gol annullati al Chievo, va detto)
Può darsi che anche questa volta siano stati condizionati dal terreno, dalla pioggia, dalla congiunzione di Marte con Saturno in linea con l’orbita lunare, tutti scenari che “oggettivamente” contribuiscono a farli giocare male! Almeno questa volta hanno vinto e, attualmente, la Juventus dovrebbe sentire ancora il fiato rossonero sul collo: la Lazio non li lascerà giocare liberamente anche se, per loro, giocare in casa è un bel vantaggio.
6 partite alla fine del campionato, 7 per i bianconeri e tutto può ancora succedere ma.. che fatica..
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it