BARCELLONA-MILAN 3-1, INESISTENTI – Una partita che appare quasi come una finale, una partita dove in palio non c’è solo il passaggio del turno ma l’onore, la rivalsa e l’imposizione dell’orgoglio personale, assunti che, a quanto pare, caratterizzano entrambe le squadre. Il pressing del Barcellona è quasi incontrollabile, sono veloci e hanno uno schema consolidato che gli permette di rimanere sempre alti ma tornare in difesa fermando le azioni del Milan sul nascere. Nei primi 7 minuti la partita sembra equilibrata poi Messi sfiora il palo, un errore che dal 10 blaugrana non mi sarei aspettata. Il Milan non demorde ma gli errori imperversano oltretutto lasciare El Shaarawy in tribuna credo sia stato lo sbaglio più grosso per affrontare questa sfida; il piccolo Faraone è l’unico attaccante rossonero ad essere veloce, combattivo, deciso, determinato e soprattutto bravo in fase difensiva. All’11’ Messi, per un eccesso di altruismo, solo davanti alla porta, dopo un errore madornale di Mexes, non tira e crossa in mezzo, il Milan recupera il pallone, lo perde di nuovo e Antonini falcia il fenomeno blaugrana: rigore e, sebbene Abbiati fosse sulla giusta traiettoria, il gol arriva imperterrito a pesare su questo risultato importante e la rincorsa rossonera ha inizio. Purtroppo non c’è paragone, il Barcellona ha un gioco strano, lentissimi nei passaggi a centrocampo ma con un pressing altissimo e una capacità di recuperare i palloni persi all’istante; passaggi di prima e azioni perfette, tutte caratteristiche che al Milan mancano, prova ne è che il possesso palla della squadra di Allegri non supera i due passaggi. Una papera dietro l’altra, errori su errori in attesa di quel passaggio filtrante di Ibrahimovic proprio mentre il Barcellona non era assolutamente presente in campo, forse distratto e convinto di avere la vittoria in tasca, forse sprezzante del pericolo e arriva il solito Nocerino, quel giocatore da 500.000 € spesi benissimo, a segnare il suo decimo gol stagionale, il gol più importante della sua carriera: 1-1, una rete che abbiamo visto benissimo e che risolleva il morale. Questo Milan tiene testa a una squadra che, bisogna dirlo, non conosce eguali. In ogni caso la squadra di Guardiola è imprendibile, bisogna riconoscere che il loro calcio appare perfetto, da manuale, un gioco incredibile aiutato, purtroppo, anche dall’arbitro ma comunque tecnicamente ottimo. Non posso credere che, per un fallo inesistente di Nesta, poi ammonito, venga assegnato un nuovo rigore a favore dei blaugrana. Da notare che l’azione fallosa è partita da Puyol. Ancora Messi, ancora gol: un 2-1 che sa tanto di bluff, un rigore per trattenuta su calcio d’angolo appare così assurdo da sembrare la trasposizione concreta dell’incubo più brutto. Altro che manette di Mourinho, ci fosse stato lui sulla panchina rossonera sarebbe crollato il Camp Nou: giustamente. Non si capisce come sia possibile che Ibrahimovic venga ammazzato in area nel silenzio arbitrale più totale, capisco e comprendo quanto una squadra possa farsi prendere dal nervosismo, le reazioni sono del tutto comprensibili anche se, tutto sommato, hanno fatto fin troppo i bravi. I ragazzi di Allegri fanno sempre più fatica a tenere il pallone, inseguono e purtroppo possono solo aspettare una loro distrazione e sperare di segnare un nuovo pareggio perché questo, almeno, basterebbe. Invece no, Iniesta fa di nuovo male al Milan cogliendo un rimpallo sugli stinchi di Mexes: 3-1 e il passaggio del turno si allontana con sofferenza perché il secondo rigore non c’era. La formazione rossonera, comunque, non è decisamente delle migliori: Boateng è quasi inesistente, Ibrahimovic è inutile in fase difensiva, quindi inconsistente nei recuperi e non serve a molto in attacco, Abate per la troppa foga è impreciso nei passaggi, Mexes commette troppe leggerezze, Ambrosini è sempre in ritardo, sembra non riescano a pensare, il Barcellona oltre a chiudere gli spazi sul campo sembra ottenebrargli la mente e la palla non la vedono quasi mai. Togliere Seedorf per inserire Aquilani non sembra essere il cambio più azzeccato per modificare drasticamente la partita, oltre al fatto che segnalare un fallo di mano su Robinho palesa quanto l’arbitraggio sia falsato. Ci voleva El Shaarawy in campo e invece è la volta di Pato, appena rientrato dall’America, entra lui ed esce un Boateng fuori fase, le cose non cambiano anche perché, detto fa noi, non si capisce come possa rendersi utile un giocatore con zero minuti nelle gambe in una partita drammatica come questa. Il Milan sembra aver disimparato a giocare a calcio, sembra di veder giocare la Primavera contro una squadra di Serie A, sembra di percepire l’affanno dei giocatori, sembra di sentire i pensieri dei ragazzi: la rabbia e lo sconforto, altro che orgoglio qui bisogna portare a casa la pelle sperando rimangano almeno le ossa. Vorrei capire come sia possibile che Pato sia sceso in campo per dieci minuti appena, in maniera completamente inutile, è diventato un giocatore trasparente, né un intralcio né una presenza, sostituito, per nuovo infortunio muscolare o mentale, da Maxi Lopez. Ricordo che per tenere Pato in panchina, e poterlo inserire in maniera così fruttuosa, El Shaarawy è seduto in tribuna e tra Papero e Faraone ha vinto il becco sullo scettro d’oro: una scelta oculata.
Perdere questa partita con due rigori e una formazione inesistente (la nostra) fa comprendere quanto sia realmente difficile il momento del Milan. L’unica speranza è di vederli più concentrati e meno “stanchi” in campionato perché farsi sconfiggere dal Barcellona è accettabile, farsi recuperare dalla Juventus no, in quel caso il rimpianto e la sofferenza non basterebbero per scontare la propria pena e non sarebbe facile poterglielo perdonare. Non esistono scuse nello sport, solo fatti e l’unico risultato che conta è la vittoria, in questo il Presidente ha ragione.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it