MILAN, UN FARAONE PER IL FUTURO – Stephan El Shaarawy è arrivato a Milanello in discreto silenzio, è approdato nella squadra sogno di tantissimi giovani quando, forse, nemmeno lui se lo sarebbe mai aspettato. Il desiderio ardente, come dimostrato anche nel corso della trasmissione Mondo Gol in diretta su Sky Sport 1, è quello di diventare grande, vestire la maglia azzurra nel Mondiale del 2014, palesare agli occhi di tutti quanto sia grande quel talento insito nell’italo-egiziano. Complice la fortuna, e la sfortuna per i compagni di squadra allontanati dal campo per infortunio, Stephan ha avuto l’opportunità di scendere in campo fin dall’inizio mostrando di avere tante qualità oltre alla tecnica e a una incredibile progressione palla al piede. All’esordio ha segnato un gol bellissimo, la rete vincente, utile a fargli acquisire nuove certezze e fiducia in sé stesso oltre che da parte dei compagni di squadra; ricordiamo il momento dell’esultanza, un istante che ha dato un’immagine davvero bella del giovane campione, sebbene la gioia fosse incontenibile non ha voluto esternarla in alcun modo, solo alzando le braccia al cielo quasi a voler ringraziare per l’opportunità donatagli, ripagata, com’era auspicabile, con quello che sa fare meglio: segnare. Ripeto molto spesso quanto sia importante sommare caratteristiche tecniche e mentali al fine di costruire l’atleta perfetto; la mente domina il corpo e solo chi sa farne un uso corretto avrà la possibilità di esplodere davvero. Di grandi campioni ce ne sono pochi al mondo, quei pochi sono quelli che hanno avuto la forza di vincere le difficoltà, superare gli ostacoli, combattere contro la soggezione dei grandi, imporsi silenziosamente, farsi rispettare grazie ai risultati e non al clamore. Il piccolo Faraone è un ragazzo pacato, rispettoso, cosciente di avere ancora tanta strada da fare e umile nell’apprendere quanto più possibile; inoltre, dalla sua, ha una grande determinazione e una voglia infinita di giocare bene, di dimostrare esattamente quali sono le sue capacità. Arrivare in partita e fare tutto ciò che si è acquisito e che costituisce il proprio background non è facile, l’allenamento è una cosa mentre la sfida ufficiale è tutt’altra eppure lui riesce a mettere sempre il cuore quando il Mister decide di schierarlo. Può commettere degli errori, può peccare di inesperienza ma mai si è dimostrato solista e presuntuoso nei confronti di tutti i suoi compagni che segue con devozione e rispetto, consapevole di avere bisogno del loro supporto. La strada da percorrere è ancora lunga ma le basi sono solide e il Milan di intuizioni ne ha avute tante: anche in questo caso non ha sbagliato.
L’importante è che lui stesso prenda coscienza di quello che sta vivendo e dell’occasione che sta finalmente stringendo tra le mani perché il balzo sull’avvenire è già iniziato ma prima di toccare terra, magari indossando la maglia della Nazionale proprio nel 2014, è necessario acquisire tutte le finezze utili a non cadere.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it