MILAN, IBRAHIMOVIC E IL MAL DI FEBBRAIO – Siamo in un momento delicato della stagione, undici giocatori sono fermi per infortunio e di nessuno abbiamo tempistiche certe per il rientro in campo (forse Aquilani ce la farà per la sfida di Champions contro l’Arsenal). Oltre a questi problemi, dettati da cause di forza maggiore, abbiamo perso altri giocatori per squalifica: Van Bommel e, proprio come nel corso della scorsa stagione, Ibrahimovic. Una reazione, quella dello svedese, assolutamente comprensibile; in una situazione di stress fisico e psicologico di questa portata è normale perdere la calma e reagire d’impulso, a volte, però, l’istinto dovrebbe lasciare il posto alla furbizia e alla responsabilità, in questo caso nei confronti della squadra per la quale, lo svedese è di fondamentale importanza. Quando Ibrahimovic è in campo si crea coesione e la squadra spinge, è molto carismatico e ha una visione del gioco che gli permette, così come per Seedorf, di dare indicazioni utili a tutta la squadra, senza di lui sarà dura. Non mi sento di imputare all’arbitro il fatto di averlo espulso dal campo, una sberla va punita ma, quanto meno, avrebbe dovuto considerare il comportamento di Aronica, scaturito in maniera antecedente alla reazione del numero 11 rossonero. Che sia la maledizione di Febbraio o no non ha particolare importanza, ora è fuori e fino allo scadere della pena Allegri non potrà schierarlo, ricordo, però, che anche l’anno scorso non l’abbiamo avuto in campo per parecchie giornate e il Milan ha saputo continuare a vincere, forse proprio perché consapevoli di avere una carta in meno e quindi di doversi impegnare di più per raggiungere l’obiettivo. Dovrebbe essere un motivo di fiducia e non sfiducia nei confronti dei ragazzi. “Non è facile vincere”, come aveva detto Allegri in conferenza stampa prima della partita, ma se una squadra “sa vincere” basta solo riuscire a riprendere il bandolo della matassa, purtroppo, però, va fatto in fretta.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it