CASSANO EUROPEI – Cassano agli Europei non è un’utopia. La pensa così Nereo Bresolin, 59enne primario del reparto di Neurologia del Niguarda dove Fantanatonio è stato operato lo scorso mese di novembre. Di seguito le parole più importanti rilasciate a La Gazzetta dello Sport quest’oggi.
Professore, lei era nell’equipe che ha operato Cassano e ora ne sta seguendo il decorso. Come sta procedendo?
«Sta andando tutto bene, tutto secondo programma. Diciamo che sul primo faldone della sua fase di riabilitazione si può mettere un bell’okay. Gli esami hanno ancora evidenziato una traccia ischemica, ma è destinata a sparire col passare del tempo».
Ci sono speranze di rivederlo in campo prima dei tempi previsti?
«Esistono delle tempistiche tecniche che devono essere rispettate. Il ragazzo è ancora sotto cardioaspirina e quindi può sostenere soltanto allenamenti individuali».
Come mai?
«Non può rischiare di subire scontri o traumi. Però sono molto contento di averlo visto correre sorridente a Milanello e a San Siro. D’altra parte il suo spirito positivo è stato evidente anche durante i giorni del ricovero. L’abbiamo trovato bene, di ottimo umore anche il giorno dell’ultimo controllo. L’aspetto psicologico è molto importante nella fase di recupero».
L’intervento è consistito nella chiusura del «Pfo» forame ovale pervio, ndr, un piccolo foro che metteva in comunicazione gli atri cardiaci: nessuno però ha mai garantito che sia stata la causa certa del malore.
«Le rispondo in un modo molto semplice: in presenza di un quadro clinico del genere, il Pfo l’avrei chiuso anche a mio figlio».
Secondo lei sono del tutto scongiurati rischi per l’attività agonistica?
«Teoricamente non ce ne dovrebbero essere».
Il 10 giugno inizia l’Europeo dell’Italia: lei ce lo vede Cassano in campo?
«Sì, per giugno la ritengo una cosa possibile. Ma non prima. Ho sentito parlare di aprile: è troppo presto».
La redazione di Milanlive.it