MILAN-LAZIO 3-1, TIM CUP – Fatica ma non troppo, difficoltà durante i primi 5 minuti di gioco, una Lazio che sembra dominare un Milan che appare inconsistente, lento, in definitiva poco concentrato e, infatti, il gol di Cissè arriva a rovinare la serata ma non è finita e, soprattutto grazie alla velocità e voglia di vincere del giovane El Shaarawy, il Milan riprende in mano il gioco e infila due gol importanti con Robinho e Seedorf, al suo rientro e già decisivo. In campo dal primo minuto anche il nuovo acquisto Mesbah, tirato in causa in poche occasioni ha saputo fare discretamente bene il suo lavoro, quello che ha colpito, invece, è l’importanza del centrocampo rossonero che, finora, ha fatto acqua da tutte le parti ma, in questa occasione, si redime. Ottima la prestazione di Van Bommel, discreto Nocerino e fantastico Merkel, i due ’92 rossoneri si rendono fondamentali alla velocizzazione del gioco, El Shaarawy, a pare mio, dovrebbe cercare di essere meno irruento e rischiare quel tanto che basta senza andare oltre i limiti ma certi atteggiamenti sono dettati più dall’età che dall’inesperienza: crescerà, e crescerà bene! Questa partita potrebbe aver risvegliato il Milan Campione d’Italia 2011, potrebbe aver trasmesso sensazioni utili a giocatori determinanti: il fisico assimila, impara e riproduce i gesti migliori e sono appunto gli insegnamenti che gli vengono forniti attraverso giocate importanti a costituire quel background geniale dei grandi campioni e, nella squadra di Allegri, sono tutti grandi campioni, chi più chi meno e spesso e volentieri si preferisce schierare mediocri certezze piuttosto che rischiare con estrose e fantasiose personalità insite in fisici in crescita, vedi El Shaarawy, definito ancora da Allegri “giovane e deve crescere ancora molto prima di ritagliarsi uno spazio da titolare inamovibile”. Nessuna polemica solo constatazioni. Oltretutto i grandi giocatori fisicamente “imparati”, come mi piace dire per sorridere della situazione, non vengono considerati perché “vecchi” e quindi presumibilmente stanchi di giocare: mi domando se Allegri abbia chiesto a Pippo Inzaghi: “Sei stanco o hai ancora voglia?” Altro non aggiungo e aspetto le conseguenze. Non è distante da questo ragionamento il fatto che Allegri abbia fatto alzare repentinamente Pippo dalla panchina intimandogli di scaldarsi in fretta per poi virare in maniera drastica buttando Ibrahimovic in campo ancora freddo e probabilmente non pronto, soprattutto in considerazione del fatto che, contro la Lazio in Tim Cup avrebbe dovuto riposare e invece niente: il genio c’è sempre e non fa rimpiangere Inzaghi grazie al gol del 3-1 su passaggio di Emanuelson, Ibra non tradisce mai ma come lui nessuno..mai.. . Leggere nella mente del Mister è difficile per tutti. In ogni caso, per Pippo, oltre al danno anche la beffa, beffato da un fato crudele che di destino ha molto poco mentre di Allegri ha tantissimo. Basta mi fermo, promesso! Nonostante vederlo fuori sia una sofferenza anche per me che ricordo quelle vittorie in cui era lui la stella del campo, riesco a sentire i suoi pensieri e, nostro malgrado, non sono più così certa voglia rimanere in rossonero. Scoperta, o riscoperta, di questa fredda serata milanese, è Amelia, artefice di bellissime parate, spesso in due tempi ma pur sempre importanti e decisive. Non condivido la scelta di schierare Bonera accanto a Mexes, i due non si trovano, c’è poco dialogo e non si capiscono lasciando buchi qua e là spesso succulenti per l’attacco laziale che tutto sommato non ha combinato molto. Peccatucci veniali che non compromettono il passaggio del turno, abbiamo ribadito quanto sia importante la scelta della formazione ma quanto sia ancora più determinante scendere in campo con le motivazioni più forti possibili e il Milan, questa sera, nonostante i primi 5 minuti avessero detto il contrario, le hanno portate con loro sull’erba e scagliate addosso alla squadra avversaria infierendo sul cadavere che viene portato fuori dal campo con l’aggiunta del peso di 3 gol meravigliosi segnati con cattiveria e sicurezza di voler arrivare in semifinale perché, ricordo, siamo in corsa per 3 competizioni e la tripletta (triplete suona male e.. chissà perché..) è ancora raggiungibile, di impossibile non c’è nulla. Sognare fa bene allo spirito e regala obiettivi e motivazioni, sempre le solite, sempre quel pizzico di sale in più per rendere saporito un piatto già buono e questo Milan è già ottimo.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it