Milan, l’architetto Allegri: i 5 diktat che stanno rendendo grande i rossoneri

MILAN ALLEGRI – Le statistiche parlano chiaro. Ventiquattro reti segnate nelle ultime otto gare e zero subite nelle ultime quattro. Massimiliano Allegri sta mettendo su una vera e propria armata e, dietro alle stranezze nel vedere Ibra a centrocampo e Thiago Silva regista, c’è un progetto sempre più evidente. Sono cinque, di fatto, i punti principali di questa rivoluzione tattica apportata dal tecnico livornese. In primis, la rinuncia ad un playmaker di ruolo, trasformando Thiago Silva nel primo regista della squadra. A centrocampo, invece, il gioco passa sempre per i laterali (Aquilani e Nocerino), abili a garantire anche gli inserimenti. Boateng è un trequartista mobile, svaria su tutto il fronte offensivo alla ricerca degli spazi. Idem per Robinho. Ibra, invece, può muoversi come vuole rendendo possibili gli inserimenti dei compagni. “La novità maggiore è la rinuncia a Pirlo e quindi al regista basso — osserva Bergomi, uno che di calcio se ne intende —. La rivoluzione parte tutta da lì. Così i primi a impostare sono Nesta e Thiago, che giocano molto larghi e fanno salire i terzini. A quel punto davanti alla difesa non hai più bisogno di un play, ma basta una diga come Van Bommel o Ambrosini. Anche perché con Nocerino e Aquilani che si infilano, occorre grande copertura. Altra novità importante è Boateng: quando non trova sbocchi di solito si sposta a sinistra e dà ampiezza a tutta la trequarti. E’ così che si aprono le difese. Il Milan non dà punti di riferimento perché i centrocampisti attaccano le linee avversarie e Ibra fa praticamente tutto. Quest’anno si sente ancora più integrato e si sta divertendo di più. Un limite a questo sistema di gioco? Devi sempre essere al top fisicamente, altrimenti sono guai“. Salvatore Bagni, invece, non vede alcuna controindicazione e lo promuove a pieni voti: “In pratica il Milan ha tanti registi diversi in tante zone del campo. Non c’è più un gioco legato a un solo uomo, ma molte soluzioni. Diventa difficile affrontare una squadra così imprevedibile. Giocando in questo modo si può rinunciare anche a uno come Pirlo. Ibra? E’ determinante da tutte le posizioni e ha piacere in ciò che fa. Ora come ora il Milan è al top”.

Mauro Nardone – Milanlive.it

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