MILAN-CHIEVO 4-0 – Una carica esplosiva: la carica della passione, della tenacia, della tecnica e dei gol; ma anche la carica delle 101 reti di Zlatan Ibrahimovic che, con la doppietta del primo tempo raggiunge un primato esplicativo del suo valore. Questo è senza dubbio il Milan che vogliamo vedere scendere in campo durante tutte le partite, è il Milan vincente, è la squadra: “Favorita per lo scudetto di quest’anno” come ha ribadito Allegri nel corso della conferenza stampa pre partita. Bisogna considerare che il Chievo non è, a tutti gli effetti, la squadra più forte e competitiva contro cui confrontarsi ma la vittoria schiacciante serve a dimostrare ulteriormente la condizione fisica dei rossoneri di Mister Allegri; oltretutto vincere fa sempre bene: una teoria ribadita e riconosciuta in tutti gli sport, a maggior ragione quando a vincere è proprio la squadra che “deve” farlo. Vincere però non significa sempre giocare in maniera perfetta, non tutti infatti hanno dato il meglio di sé: Pato, rientrato definitivamente dopo due mesi di stop, non ha saputo trovare inserimenti utili ai compagni, nonostante il gol e il rigore inventato avrebbe potuto fare sicuramente di più. Abbiamo visto grandi azioni, iniziate dalla furia combattiva di Ibrahimovic, sicuramente il migliore in campo, continuate da un discreto Boateng, dalla velocità di Abate e da un Van Bommel davvero illuminato e decisamente preciso e intuitivo. Non male nemmeno Aquilani, così come Amelia, valido sostituto di Abbiati anche se non è stato coinvolto più di tanto dalle azioni offensive del Chievo, sporadiche e mai pericolose. Il primo gol rossonero, oltre a sbloccare la partita all’8′, è servito a mettere in ulteriore luce Thiago Silva, prontissimo nell’inserimento, ottima lettura del gioco e intuizione sul passaggio indietro di Boateng, è la dimostrazione del fatto che il Milan stia davvero trovando quel sistema di gioco per cui tutti servono sempre in qualsiasi zona del campo imparando ad avere dialogo tra i reparti, caratteristica del Barcellona di Guardiola. Nel secondo tempo Allegri decide di sostituire Boateng con Emanuelson e Ibrahimovic con Robinho, energie che vanno conservate per continuare la stagione con la stessa intensità evitando scivoloni e problematiche di vario genere. Quello che non si comprende, però, è il quasi totale disinteresse per El Shaarawy, pare che il desiderio sia di mandarlo almeno sei mesi in prestito (forse al Genoa) affinché possa crescere ulteriormente, farlo giocare più di 15′ servirebbe anche a dare credibilità al giocatore; un discorso simile si può fare anche per Inzaghi, nemmeno convocato, mi aspettavo di vederlo seduto in panchina, considerazione scaturita dalle parole pronunciate dal Mister in conferenza stampa: “Pippo sta bene ed è disponibile”, frase pronunciata con la voce tremolante, probabilmente alla ricerca di una spiegazione vista la mancata chiamata: incomprensibile, o quasi.
Scelte. Solo scelte, rispettabili ma discutibili nonostante ad Allegri, dal punto di vista calcistico, non si possa imputare nulla, la sua squadra vince e convince, l’unico compito dell’allenatore è trovare l’alchimia migliore per condurre la propria squadra in alto e lui, finora, non ha davvero sbagliato niente ma Van Basten torna di moda, se ne parla da qualche giorno, al Presidente piace e lo vorrebbe ancora in sede; Allegri, seppur bravo, dovrà cercare di non commettere errori che, sulla base del Campionato 2011, non sta commettendo ma sono pur sempre alle porte.
Guardiamo al gioco, alla classifica, al risultato brillante e schiacciante. Il Milan è tornato e, oltre a Van Basten, anche il rossonero torna di moda.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it