LECCE-MILAN 3-4 – “Iniziamo a vincere domani per dare il via a questo mese importante, sarebbe fondamentale ottenere 12 punti per arrivare alla sosta tra le prime posizioni in classifica”, parole pronunciate con un sorriso smagliante e gli occhi luminosi che rendono il Mister ancora più raggiante. Parole che hanno contribuito a ridare fiducia a tutto il mondo rossonero, parole che hanno acceso la speranza, che hanno fatto rivivere le sensazioni della stagione passata, che hanno entusiasmato tutti tranne i ragazzi, scesi in campo nel primo tempo contro il Lecce privi di motivazioni, di determinazione e di compattezza. La scelta di schierare Antonini e non Taiwo, la scelta di inserire Ambrosini dal primo minuto anziché un Aquilani in netta crescita, la scelta dei tre attaccanti con Boateng in panchina (forse in punizione) non sono decisamente state illuminazioni intuitive del caro Mister Allegri. Un primo tempo paragonabile alla partita contro la Juventus, un Milan inesistente schiacciato sotto i fischi di un arbitro poco imparziale; un rigore assegnato al Lecce dopo un calcio d’angolo inesistente e una simulazione di Corvia che si sbatte rovinosamente per terra senza essere stato sfiorato da nessuno tanto meno da Abbiati contro il quale è stato fischiato il fallo. Le scuse non servono, non bisogna piangersi addosso né trovare giustificazioni: un Milan normale, non dico in gran forma ma normale, non avrebbe lasciato un metro di spazio al Lecce e invece sono riusciti a prendere 3 gol in 45 minuti. La grande intuizione di Allegri, nemmeno così geniale, è stata quella di togliere un Robinho decisamente sottotono preferendo Boateng che, smesse le orecchie d’asino e scontata la punizione, entra in campo con una grinta e una fama di vittoria inaudita. La squadra cambia drasticamente. L’entusiasmo del Prince rossonero travolge e trascina la squadra. Tre pontentissimi tiri in porta senza andare a segno e poi una tripletta segnata a distanza di pochissimi minuti uno dall’altro. Si leva un grido di guerra incredibile e la squadra ritrova grinta e convinzione. Ora il Milan torna a pressare alto con un’ottima coppia Cassano-Ibrahimovic sostenuti da Aquilani, finalmente il giocatore più vicino al famoso Mister X. Sempre soddisfacente la prestazione di Abate mentre Yepes ha fatto rimpiangere molto Thiago Silva infortunato ma probabilmente in campo per la sfida casalinga contro il Parma. Decisamente lento e poco preciso anche Van Bommel, il centrocampo ha sofferto particolarmente soprattutto nel corso del primo tempo anche a causa del trequartista mancante; Robinho, troppo delicato, non pare adatto a inscenare il gioco potente del guerriero Boateng. Non si sa, e probabilmente non sapremo mai, cosa abbia detto il Mister ai suoi ragazzi durante la pausa; in quello spogliatoio, con quell’umore sotto i tacchetti, di fronte a quegli undici in confusione Massimiliano Allegri ha saputo, come sempre, trovare le parole giuste per motivare i rossoneri e convincerli di potercela fare nonostante i tre gol subiti nel primo tempo. La tripletta del Boa è servita a galvanizzare tutti. Cassano è tornato a giocare con estrema precisione, tant’è vero che riesce a mettere un cross perfetto per la testa di Yepes che segna il 3-4 più bello dall’inizio di questa stagione. La sfida contro il Lecce, ultimamente, pare essere davvero molto difficile, il 4-4 della scorsa stagione ne è la dimostrazione. Di Francesco aveva iniziato a credere nella vittoria, dopo il fischio della fine del primo tempo, è entrato nello spogliatoio tronfio e soddisfatto perché ancora non sapeva cosa lo avrebbe aspettato. Allegri toglie Cassano a un minuto dalla fine per mettere di nuovo alla prova il Faraone bambino, il campione del futuro, troppo poco per vedere la stellina brillare ma a sufficienza perché possa festeggiare con i compagni una nuova vittoria.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it