MILAN-BATE BORISOV 2-0 – E’ parso strano, inizialmente, che Robinho fosse relegato in panchina (entrato al posto di Cassano solo al 62′), è parso strano perché il 3-0 contro il Palermo è dipeso in gran parte dalla sua presenza in campo. E’ parso strano che anche in Champions League, sapendo di dover assolutamente vincere per sognare la vittoria nel girone H, Allegri abbia deciso di schierare Aquilani, Nocerino oltre al rientrato Taiwo che, sicuramente migliorato, sicuramente cresciuto e abilitato a giocare nel Milan, non è ancora quel terzino preciso, cauto, presente e veloce utile ai rossoneri. Anche se, Taiwo, con il senno di poi, si è effettivamente reso artefice di una partita fantastica con qualche iniziativa e fantasia non da poco, quasi da segnare il gol del 2-0 già sul finire del primo tempo: una nuova intuizione del Mister campione d’Italia 2011. Non è parso strano, invece, anzi convincente, vederli giocare da squadra per tutta la durata della partita. Allegri ha saputo ritrovare il suo grande Milan. Non importa che il primo tempo abbia portato solamente un gol, segnato da Ibrahimovic con una convinzione, una cattiveria e una potenza inaudite, non importa perchè hanno saputo mantenere e incrementare il risultato. Tutti hanno contribuito, senza esclusioni, con qualche nota di demerito a un Nocerino decisamente impreciso nei passaggi e poco sicuro sugli stop e le chiusure. Aquilani, dopo le dichiarazioni di Allegri in cui ha affermato “Credo che abbia molte più qualità di quelle che ha fatto vedere in campo”, ha dimostrato di saper essere, e di poter essere, un giocatore da Milan, anche se non possiamo ancora paragonarlo alle altre stelle rossonere. Ibrahimovic, per esempio, è impareggiabile, assolutamente splendido in campo contro il Bate, con tante iniziative personali e molta fantasia nell’aiutare i compagni, sempre presente e disponibile in qualsiasi reparto. Buona la prestazione di Boateng, azioni spettacolari che hanno fatto impazzire San Siro, anche se si è reso ancora protagonista anziché regista, intuizioni molto buone ma concluse con movimenti personali, un gioco troppo solitario che, da un certo punto di vista, non ha concesso alla squadra la conclusione di azioni forse da gol; si è redento segnando la sua prima rete in Champions League su passaggio di un buon Aquilani. Buono ma non ottimo, troppi errori e tre gol mancati per imprecisione ma ottimo spirito di iniziativa e sacrificio. L’accoppiata Cassano-Ibrahimovic, nonostante tutto, nonostante si sia ripetuto e ribadito in svariate occasioni che Cassano sarebbe andato via (già durante la sessione estiva di mercato), forma un attacco vincente sotto tutti i punti di vista, soprattutto per la complicità che si è creata fra i due e che determina un gioco assolutamente concreto e concludente. Il Bate non si è praticamente visto sul campo schiacciato dalla forza e dall’ordine di un ritrovato Milan, vincente e convincente come ama ripetere il presidente Silvio Berlusconi. Affrontare questo 4-3-1-2 rossonero con un 4-2-3-1 un po’ improvvisato, in balia degli eventi, non era facile già in partenza; dopo il fischio di inizio si è percepita la difficoltà e la sensazione di spaesamento in cui si sono trovati i canarini bielorussi, con un possesso palla inesistente ma un portiere sufficientemente presente da non farli affondare sotto granate di palloni imprendibili. Il fischio finale parla da solo: 2-0, ora non resta che preparare con la stessa mentalità la sfida diretta contro il Barcellona e portare a casa la vittoria nel girone, un anticipo, forse, di vittoria suprema…
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it