FIORENTINA-MILAN, IL CASO IBRAHIMOVIC – Non parliamo di prestazione, non parliamo dei gol mancati, non parliamo nemmeno della prima inutile ammonizione. Parliamo, invece, dell’espulsione totalmente ingiusta e ingiustificata che allontana la prima punta del Milan per altre due partite: contro la Sampdoria in casa e contro il Brescia in trasferta. Il Milan ormai si può abituare a giocare anche senza lo svedese: c’è Pato, c’è Boateng, c’è Seedorf che anche contro la Fiorentina è stato magico, ma il Milan non può abituarsi alle ingiustizie arbitrali che hanno allontanato Ibrahimovic per un’imprecazione, un insulto verso sé stesso. Qualsiasi atleta, qualsiasi campione di qualsiasi disciplina al primo errore “si” insulta, l’ho sempre fatto anche io e come me, e lui in questo caso, l’hanno sempre fatto tutti. Non è elegante, forse non è rispettoso ma quando c’è carica agonistica si possono verificare anche reazioni forti, troppo forti, non da punire così duramente. Sicuramente, immaginando una reazione di questo tipo da parte del guardialinee, avrebbe potuto evitare, per non mettere ancora Allegri nella condizione di dover studiare una formazione senza di lui. Altre 2 settimane di pausa per lo svedese (e speriamo siano solo 2), altri 7 giorni per prepararsi di nuovo, tornerà Cassano che a cassanate non scherza ma sapendo di Ibrahimovic proverà a contenersi.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it