MILAN, 1-1 CON IL LECCE, FATICA ROSSONERA – Al quarto minuto del secondo tempo i rossoneri, Allegri compreso, hanno pensato di aver definitivamente sbloccato e risolto la partita. Ibrahimovic, da solo, senza il supporto di nessuno dei suoi, prende il possesso di palla e corre verso la porta. Due giocatori del Lecce lo inseguono, lo frenano e cercano di metterlo in difficoltà ma Ibra è più determinato di loro, guarda un attimo verso la porta di Rosati e vede il portiere leggermente fuori. Carica impatta il pallone di sinistro con una forza e una precisione incredibili. Segna il gol dell’1 a 0 e il Milan riacquista fiducia e sicurezza. In campo si dimostrano più sicuri e aggressivi ma il Lecce non demorde, al 15esimo arriva un’altra occasione per i rossoneri con la punizione dai 35 mt che batte Ibrahimovic, convinto di poterla trasformare nel secondo gol che avrebbe dato alla squadra di Allegri almeno la certezza della vittoria. L’impatto è potente e il tiro preciso ma Rosati è proprio in linea e para senza troppi problemi. Al 16esimo si riparte con il Lecce. Seedorf è rimasto a terra nell’area di rigore avversaria, atterrato violentemente da Rosati (sarebbe stato rigore se l’arbitro avesse osservato meglio l’azione), il Lecce non se ne cura e prosegue verso la porta. Una parata incredibile, istintiva, da parte di Amelia sembra dare ulteriore fiducia alla squadra. Non basta. Non basta nemmeno l’ingresso di Cassano al posto di un Pato non troppo brillante questa sera a Lecce. Al 27esimo il barese entra in campo e da subito prova qualche bella giocata anche se lontano dalla conclusione. Al 37esimo Di Michele impatta benissimo e prende il palo. Amelia era sulla traiettoria, probabilmente avrebbe parato ugualmente. Il calcio d’angolo spiazza il Milan. Olivera da solo in area colpisce con precisione e Amelia non può far nulla per evitare il pareggio. A questo punto il Milan ritrova se stesso, capisce che perdere contro il Lecce non è da prima in classifica, si ricorda del 4 a 0 con cui hanno sbaragliato la squadra di De Canio nel girone d’andata. Al 39esimo arriva una giocata magnifica iniziata con Abate per Cassano che crossa per Seedorf, impatta deciso ma purtroppo non ha avuto la stessa benevola sorte che ha baciato il tiro di Olivera. Al 40esimo è ancora Cassano a tentare la magia con uno splendido assist per Ibrahimovic, ma non basta la decisione con cui colpisce, Rosati è in traiettoria e para sicuro. Ormai è tardi per cercare di recuperare, Nesta prova un tiro da fuori area invece di passarla a Ibrahimovic che sta chiamando palla e quando finisce fuori, lo svedese crolla a terra con le mani in faccia per la disperazione. Non è questo il Milan di Allegri campione d’inverno e che dovrebbe lottare per lo scudetto. Non è questo il gioco-Milan che ha dato credibilità a un Allegri in grado di costruire un gruppo compatto e omogeneo quando non lo era. Mancava Pirlo in campo e si è sentito, mancava Zambrotta e anche Robinho, ma gli altri c’erano. Tutti grandi giocatori, da scudetto. Per una squadra da scudetto non è possibile pareggiare contro una società che, pur non volendo toglierle il merito di questo risultato, l’anno scorso militava in serie B. Gattuso, in un’intervista di un post partita prima delle vacanze natalizie, ha detto una frase apparentemente simpatica ma adesso quanto mai illuminante: “Ibra è un grande campione ma se gioca da solo contro undici perde”. Va aggiunto qualcosa? Solo la speranza che Allegri riesca a risollevare i suoi prima del prossimo turno, c’è poco tempo, ma contro il Cesena sarà il caso di vincere davvero. Non basterà il talento di Ibrahimovic.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it